Il virologo Clementi: Omicron 2 è 3 volte più contagiosa e colpisce soprattutto i giovani
Omicron 2 è il 30 per cento più contagiosa delle precedenti varianti e colpisce soprattutto i giovani, assicura Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
“Certamente però non ha le caratteristiche del morbillo: non ha la capacità che ha il morbillo di indurre una risposta immunitaria molto potente, né di abbassare le difese immunitarie – avverte Clementi. – Ci sono delle caratteristiche biologiche molto diverse rispetto ad altri virus”.
Però la sottovariante di Omicron BA.2 è certamente un virus molto diffusivo e che replica molto nelle prime vie aeree, in una parte del nostro corpo che è più a contatto con l’esterno”, spiega il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia del San Raffaele all’Adnkronos Salute.
Oggi vediamo “prevalentemente correre il contagio fra i giovani, con una sintomatologia assente o modesta e una progressiva riduzione delle ospedalizzazioni. Omicron 2 – analizza l’esperto – è ancora più trasmissibile rispetto a Omicron 1. C’è chi stima di un 30% in più o anche di un dato maggiore ma sono conteggi difficili da fare”.
“Quello che è più semplice e corretto valutare è l’andamento nella popolazione infettata, cioè quanto il nuovo virus è in grado di sostituirsi al precedente. Questo è quello che conta alla fine”, avverte Clementi.
“In passato abbiamo avuto varianti come quella identificata per la prima volta in Brasile“, la Gamma, “che hanno preoccupato tantissimo. Succedeva mentre in Gran Bretagna correva l’Alfa. Si era temuto che Gamma corresse”, perché sulla carta sembrava averne le capacità, “ma a parte alcuni casi, pochi in Italia e un po’ di più in Sudamerica e in altre parti del mondo, non è stata una variante di successo, ricorda il virologo.
”Per Omicron 2 è diverso: la variante sostituirà la 1, ma la linea evolutiva, e questo è importante, è sempre quella di Omicron e finché rimane una variante in questo ambito evolutivo va guardata con attenzione ma ci fa confidare che il virus non sia sostanzialmente cambiato molto“, rispetto a Omicron 1.