La Bce mantiene (per ora) i tassi fermi: «Dalla guerra in Ucraina forte impatto su economia e inflazione»

10 Mar 2022 16:55 - di Milena Desanctis
Bce

La Bce ha deciso di mantenere fermi i propri tassi di riferimento. Una decisione che non sorprende e conferma le precedenti stime. Come spiega il Consiglio direttivo, nella nota diffusa dopo la riunione di politica monetaria, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale resta a zero. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale a 0,25% e il tasso sui depositi a -0,50%.

La Bce mantiene fermi i tassi

Quanto agli eventuali rialzi – si ribadisce – “avverranno dopo la fine degli acquisti netti” nell’ambito dell’App “e saranno graduali”. A guidare l’andamento dei tassi di interesse saranno sempre – continua la nota – le indicazioni del Consiglio direttivo e il suo impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al due per cento nel medio termine.

Fino a quando i tassi resteranno ai livelli attuali

«Di conseguenza, il Consiglio direttivo prevede che i tassi di interesse chiave della Banca centrale europea rimarranno ai livelli attuali fino a quando non vedrà l’inflazione raggiungere il due per cento ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in modo duraturo per il resto dell’orizzonte di proiezione, e riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati per essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul due per cento nel medio periodo».

Su fronte acquisti per il programma “pandemico” Pepp, il Consiglio segnala che la Bce nel primo trimestre del 2022 «sta effettuando acquisti netti a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente» e ribadisce l’intenzione di interrompere gli acquisti netti alla fine di marzo 2022.

Bce, reinvestire i pagamenti dei titoli in scadenza

Sia per il Pepp che per l’App il Consiglio direttivo “intende inoltre continuare a reinvestire integralmente” i pagamenti dei titoli in scadenza. Per l’App il reinvestimento continuerà «per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui inizierà ad aumentare i tassi di interesse di riferimento» mentre per i titoli del programma pandemico «almeno fino alla fine del 2024». «In ogni caso, il futuro roll-off del portafoglio PEPP sarà gestito per evitare interferenze con l’appropriato orientamento di politica monetaria», continua la Bce.

Bce, l’obiettivo della stabilità dei prezzi

«La pandemia – ricorda l’Eurotower – ha dimostrato che, in condizioni di stress, la flessibilità nella progettazione e nella conduzione degli acquisti di attività ha contribuito a contrastare la trasmissione alterata della politica monetaria e ha reso più efficaci gli sforzi del Consiglio direttivo per raggiungere il suo obiettivo. Nell’ambito del mandato del Consiglio direttivo, in condizioni di stress, la flessibilità rimarrà un elemento della politica monetaria qualora le minacce alla trasmissione della politica monetaria mettano a repentaglio» l’obiettivo della stabilità dei prezzi.

Sulle minacce di frammentazione del mercato

In particolare, se si dovessero ripresentare minacce di “frammentazione del mercato” legate alla pandemia, «i reinvestimenti del PEPP potranno essere adattati in modo flessibile nel tempo, nelle classi di attività e nelle giurisdizioni in qualsiasi momento». Mentre gli «acquisti netti nell’ambito del PEPP potrebbero anche essere ripresi, se necessario, per contrastare gli shock negativi legati alla pandemia».

Gli effetti della guerra in Ucraina

Alla luce delle “prime valutazioni” sull’impatto della crisi aperta dall’invasione dell’Ucraina la Bce ha rivisto al ribasso le stime per la crescita del Pil nell’Eurozona. Lo spiega la presidente della Bce Christine Lagarde, in conferenza stampa. Le nuove previsioni sono di una crescita del Pil del 3,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024.

Forte impatto su economia e inflazione

«La guerra Russia-Ucraina avrà un impatto materiale sull’attività economica e sull’inflazione attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, i problemi al commercio internazionale e l’indebolimento della fiducia», segnala la presidente della Bce Christine Lagarde. «L’entità di questi effetti dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni vigenti e da eventuali ulteriori misure» continua la Lagarde spiegando che «alla luce di uno scenario notevolmente incerto, il Consiglio direttivo ha valutato una serie di scenari nella riunione odierna».

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