La guerra avrà un costo salato per gli agricoltori italiani: fino a 8 miliardi di euro
8 Mar 2022 18:04 - di Redazione
La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe costare almeno 8 miliardi di euro agli agricoltori italiani. Lo spiega la Stampa in un lungo servizio: “Il grano tenero – scrive il quotidiano – che passa oltre i 422 euro sulla borsa mercantile di Parigi ha fatto sussultare economisti, ma soprattutto i panettieri. Perché con incrementi compresi fra il 40 e il 50% da inizio anno a oggi per i maggiori cereali, fare affari è difficile”.
L’allarme dei panettieri
Le associazioni di categoria lanciano l’allarme. «Decine di panetterie sono a rischio chiusura – dice Stefano Fugazza, presidente di Unione artigiani – a 10 giorni dall’inizio del conflitto le farine di grano tenero sono cresciute del 40-50%, non possiamo scaricare questi costi sul prezzo del pane, si lavora in perdita per mantenere il rapporto coi clienti».
E Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, aggiunge: «Nelle prossime settimane ci sono tanti fattori che agiranno sui prezzi al dettaglio di numerosi prodotti venduti in Italia, dalla pasta al pane, passando per crackers, biscotti, dolciumi», dice.
Le stime di Confagricoltura
Secondo Confagricoltura, la prima settimana di guerra ha portato a un incremento del 13% del prezzo del grano tenero e a un 29% del prezzo del mais a livello globale. Ad aumentare, dunque, non sono soltanto i cereali per i prodotti da forno. L’incremento di mais e soia stanno alimentando i rincari per l’alimentazione del bestiame (+40% da inizio anno), fattore che, se unito ai maggiori costi per l’energia (+70% da inizio febbraio), ha portato il costo medio per la produzione di latte a quota 46 centesimi al litro, secondo l’ultima indagine Ismea.
Coldiretti: le esportazioni agroalimentari a rischio
E Coldiretti, infine, annota che la guerra tra Ucraina e Russia mette a rischio anche le esportazioni agroalimentari made in Italy in Russia e in Ucraina. Si stima una perdita di 1 miliardo di euro, la cifra che è stata superata nel 2021. Se le vendite in Russia hanno raggiunto lo scorso anno 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, dovuto soprattutto a pasta, vino e spumante, quelle in Ucraina valgono altri 350 milioni di euro.