La Lega a Botteghe Oscure traumatizza i nostalgici del Pci. Simona Marchini: «Che amarezza»
A due giorni dal consiglio federale della Lega a Botteghe Oscure, l’attrice Simona Marchini non ha ancora metabolizzato il «trauma», che si aggiunge a quello precedente della vendita del palazzo che fu sede storica del Pci e che fu acquistato grazie all’aiuto dei costruttori romani Alvaro e Alfio Marchini, rispettivamente papà e zio dell’attrice.
Il «trauma» dell’attrice per la Lega a Botteghe Oscure
Simona Marchini ha spiegato che sapere che quella via ora è percorsa dagli esponenti leghisti è stato «un trauma, un altro dolore dopo la vendita, anni fa, del palazzo di Botteghe Oscure». «Ora in quella via storica c’è la Lega. L’amarezza è grande. Ma è inutile negarlo. Si è chiusa un’epoca con nostra grande pena e dispiacere», ha ammesso l’attrice parlando con l’Adnkronos. Il Carroccio è approdata a via delle Botteghe Oscure nell’estate del 2020, accasandosi in un palazzo proprio di fronte a quello che era stato il Bottegone.
I nostalgici del Pci non si danno pace
«Mio padre – ha poi ricordato l’attrice – aveva donato Botteghe Oscure al Partito Comunista. Per anni è stato qualcosa di simbolicamente forte anche in famiglia». «Cambia la realtà, accettiamola. Lo ripeto e non lo nascondo, un altro bel trauma sapere che la Lega è a Botteghe Oscure, ma corrisponde ai tempi di totale decadenza che stiamo vivendo». «Ne abbiamo continue conferme», ha concluso Marchini, che qualche tempo fa, in occasione dello scontro ai vertici del Pd tra Marianna Madia e Debora Serracchiani, aveva lanciato uno sconfortato: «Che nostalgia del vecchio Pci…».