La “malasanità” italiana diventa denuncia e ironia sul palcoscenico del Teatro Tram di Napoli
Debutta oggi, giovedì 24 marzo, al Teatro TRAM di via Port’Alba a Napoli “In-sanità”, racconto ironico e disperato di una giornata di ‘ordinaria follia’ all’interno di una struttura ospedaliera. Scritto da Peppe Romano (unico attore in scena, nella foto in alto) e Pietro Fusco, viaggio epico durante una giornata in ospedale protagonista fino a domenica 27 marzo con la regia di Katia Tannoia. Il tragicomico incontro-scontro tra la negligenza del personale ospedaliero e l’ormai rassegnata utenza che accoglie quasi con fatalismo l’ennesimo esempio di malasanità, perché il disagio è oramai inesorabilmente parte integrante del (dis)servizio ospedaliero. Un viaggio che il protagonista, Pietro, affronta in una sola mattinata e che racchiude in sé un sorprendente quanto estenuante ammasso di degrado professionale, disagio, ignoranza, incapacità e semplice strafottenza.
“Lo spettacolo nasce come finalista nell’edizione del 2019 de I corti della formica – ormai storica rassegna curata da Gianmarco Cesario – e vincitore del premio Miglior Attore nella stessa rassegna”.
La denuncia della mala-sanità al Teatro Tram di Napoli
La storia è autobiografica e l’intento è quello di denunciare e fare luce ancora una volta su un settore, la sanità pubblica, troppe volte trascurato da istituzioni, personale e utenza.
La storia si dipana a partire dal resoconto di fine giornata di un giovane uomo, impegnato in visite di routine presso una struttura pubblica ospedaliera del Sud Italia. Tutta la narrazione presenta immagini e personaggi surreali, ma l’assurdità identifica la verità della storia stessa. Verranno dipinti e rappresentati personaggi buffi, strani, al limite del grottesco, coi quali il protagonista andrà ad incontrarsi/scontrarsi fino ad arrivare ad un finale inaspettato.
“La verità. Questa è l’unica via percorsa, senza dover ricorrere ad espedienti o artifizi teatrali – spiega la regista Katia Tannoia -. Perché lo spettatore possa sentirsi attore, suo malgrado. Perché più ciò a cui assiste è reale e vicino, più l’emozione sarà condivisa. Ciò che l’attore è, può e deve esserlo lo spettatore. Per questo la scelta di essere fedelissimi al testo-denuncia e a come lo si sentirebbe raccontare in una qualsiasi sala d’attesa ospedaliera”.
“Ho deciso di portare in scena IN-SANITÀ per un motivo fondamentale: far conoscere la storia di Pietro, assolutamente vera, raccontando in maniera e ironica e, a tratti, grottesca la sua giornata in ospedale – racconta Peppe Romano -. L’intento è quello di far sì che lo spettatore, anche attraverso una risata, sia risvegliato dal torpore abitudinario della realtà. In linea generale sono dell’opinione che il teatro debba svolgere una funzione sociale”.