La protesta dei benzinai contro il caro carburante, luci spente. Coldiretti: ecco quanto costa alle famiglie
Contro il caro-carburante i benzinai spegneranno le luci e gli impianti rimarranno al buio in tutta Italia durante le ore notturne anche se il servizio self-service è garantito.
La categoria lamenta una situazione sempre più insostenibile. Benzina e gasolio aumentano, ma il ricavo dei benzinai rimane fisso: circa 3 centesimi e mezzo al litro, qualunque sia il costo dei carburanti, perché viene calcolato al litro e non sul prezzo del carburante.
In compenso, i litri venduti calano proprio a causa dell’incremento dei prezzi: dalle rilevazioni presso gli impianti condotte da Faib-Confesercenti risulta che nell’ultima settimana i consumi sono già scesi del 15 per cento.
“E’ necessario – chiede l’associazione – diminuire subito la tassazione su benzina e gasolio per raffreddare i prezzi, altrimenti né le imprese, né i consumatori riusciranno a reggere ancora a lungo”.
“L’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni” avverte Coldiretti ricordando che l’Italia è un Paese “l’85 per cento delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada”.
Facile comprendere dunque l’impatto che il rialzo dei costi del carburante avrà, anche indirettamente, sulla spesa delle famiglie.
“Per il balzo dei costi energetici – sottolinea Coldiretti – l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5,6 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica. Il caro gasolio ferma i trattori nelle campagne, spegne le serre di fiori e ortaggi e blocca i pescherecci italiani nei porti, aumentando la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari“.
“Gli agricoltori – precisa l’associazione di categoria – sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione l’irrigazione che insieme ai rincari di concimi e mangimi spinge quasi un imprenditore su tre a ridurre la produzione, mentre il prezzo medio del gasolio per la pesca è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, secondo Coldiretti Impresapesca che evidenzia come fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata, infatti, proprio dal carburante“.
“Senza dimenticare – continua – i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori con la necessità di contenere i costi che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche”..
Coldiretti ricorda che l’emergenza sui prezzi di benzina e diesel arriva, “proprio alla vigilia delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia per l’alimentazione degli animali. Mentre in autunno le lavorazioni serviranno per il grano duro per la pasta e quello tenero per la panificazione, in una situazione in cui sugli scaffali arrivano i primi razionamenti per le difficoltà all’importazione derivate dalla guerra in Ucraina“.