La Santa Sede si offre per una mediazione. Parolin: ma da parte russa non arrivano segnali

13 Mar 2022 18:38 - di Riccardo Angelini
Santa Sede

Da Mosca, finora, non sono arrivati “segnali” di avvalersi della richiesta di mediazione offerta a più riprese dalla Santa Sede per arrivare allo stop della guerra in Ucraina. Lo ha sottolineato il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin. Che nei giorni scorsi aveva parlato col ministro degli Esteri russo chiedendo a nome del santo padre la fine delle ostilità.

“Da parte russa – ha detto il porporato intervenendo a Tgcom 24 – è stato preso atto di questa disponibilità, ma finora non ci sono stati segnali che si intenda avvalersi di questa disponibilità, ma io direi che non è importante che si accetti l’offerta della Santa Sede. Importante si giunga a finire quello che sta succedendo, speriamo che i contatti in corso e le altre mediazioni, che i tentativi che si stanno facendo possano giungere a buon fine. Io direi, importante si arrivi alla fine sia attraverso la Santa Sede sia attraverso altre mediazioni o altre offerte di disponibilità”.

“Oltre alla disponibilità manifestata, di iniziative diplomatiche – ha detto Parolin – attualmente non ce ne sono in corso. Rimaniamo pronti ad assumere un ruolo se ci viene richiesto, stiamo pensando anche ad altre iniziative ma attualmente non è facile trovare spazi per intervenire”.

“Evidentemente – ha sottolineato Parolin -la Chiesa sta facendo molto: i reiterati appelli del Papa, poi c’è la preghiera che ha sempre la sua forza e incide sulla realtà. Noi dobbiamo essere convinti di questo. E poi c’è tutto l’aspetto della solidarietà“. Anche i due cardinali inviati speciali del Papa tra gli sfollati ucraini andavano in questa direzione, ha detto Parolin. “Poi ci sono tante iniziative. Vorrei mettere in rilievo che in questi giorni c’è tanta attenzione da parte della gente comune che chiede a gran voce che questa guerra finisca”, ha rilevato.

“Attualmente non ci sono ulteriori iniziative – ha osservato ancora Parolin – vedremo come evolve la situazione, comunque noi siamo in contatto continuo con l’Ucraina, con il nunzio a Kiev, una delle poche ambasciate ancora aperte, che segue per quel che può la situazione. E poi la chiesa cattolica latina, vedremo l’evoluzione della situazione. Spero che la semina possa produrre qualche frutto di bene”.

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