L’appello: andate al consolato ucraino per arruolarvi nella Legione. Ma in Italia le leggi lo vietano
Chi vuole arruolarsi nella Legione internazionale in Ucraina “per difendere la libertà e la democrazia europea” e combattere contro “l’invasione russa”, deve rivolgersi all’ambasciata o al consolato ucraino nel proprio paese. Dopo l’appello ai volontari internazionali, lanciato dal presidente ucraino Volodymyr Zelenski, le autorità di Kiev hanno ora stabilito le procedure d’ingaggio e aperto un sito dedicato, riporta il quotidiano The Kyiv Independent. L’arruolamento è aperto a tutti, che abbiano o meno esperienza militare, esclusi i cittadini russi.
La legione internazionale, l’appello di Zelensky
Chi vuole entrare nella Legione, ispirata alle Brigate internazionali della guerra di Spagna, deve prendere contatto con ambasciate o consolati ucraini. Seguirà un colloquio con l’attaché militare. Le reclute firmeranno un contratto e dovranno cercare di procurarsi abiti militari, elmetto e giubbotto antiproiettile. L’ambasciata fornirà il visto e l’eventuale assistenza per raggiungere l’Ucraina.
Zelensky ha lanciato l’appello per la Legione il 27 febbraio, tre giorni dopo l’invasione. Già il 28 il ministero della Difesa ha detto di aver ricevuto “numerose migliaia” di richieste di stranieri. Secondo la presidenza ucraina si prevedono almeno 16mila combattenti stranieri. La Legione dovrebbe iniziare con due battaglioni e far parte della Forza di difesa territoriale, una nuova branca dell’esercito aperta ai volontari nella popolazione. In Ucraina era già legale ingaggiare stranieri a contratto nell’esercito e la guardia nazionale.
Flick: le leggi italiane vietano l’arruolamento
La materia in Italia, ricorda in un’intervista Giovanni Maria Flick, ex presidente della Consulta, è regolata da molte norme. “Intanto – spiega – l’articolo 18 della Costituzione prevede che i cittadini abbiano diritto di associarsi liberamente purché per fini non vietati dalla legge penale. Specifica che sono proibite le associazioni che perseguono scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare. E il Codice Penale prevede la punizione di chi fa arruolamenti o compie atti ostili verso uno Stato estero con pene da 6 a 18 anni, ma fino all’ergastolo se poi qualcuno attacca per ritorsione l’Italia. C’è anche la legge 210 del 1995, che attuava una convenzione dell’Onu e punisce tanto il mercenario quanto chi lo recluta con pene fino a 14 anni. L’arruolamento infine è punito dall’articolo 270 quater del Codice Penale, introdotto nel 1995 con riferimento alle finalità di terrorismo”.