L’appello di Sgarbi: “Il Papa deve andare a Mosca da Putin e richiamarlo ai valori cristiani” (video)
Il Papa vada a Mosca e chieda a Putin, in nome dei valori cristiani, di arrivare ad una trattativa di pace. E’ l’appello che Vittorio Sgarbi, da Possagno davanti alle opere legate alle pace concepite da Canova, lancia a Papa Francesco considerandolo “l’unico diplomatico giusto per parlare con Putin“. Al Pontefice, il quale oggi in un tweet ha scritto ‘mai la guerra, pensate ai bambini, fermatevi’, il critico d’arte in un video postato sul suo profilo Twitter chiede di richiamare il presidente russo ai valori della pace.
Per Sgarbi la missione diplomatica tocca al Papa
“Il Papa – dice Sgarbi – deve andare da Putin, il Papa deve richiamare Putin ai valori cristiani che sono tutti valori contro la morte. E’ certo che un russo che uccide un ucraino è visto come l’invasore che sta togliendo l’indipendenza e sta uccidendo una persona che era libera fino a qualche settimana fa. Ma anche un ucraino che, armato dall’Europa, uccide un russo è un assassino. Quindi sempre e comunque la guerra va evitata. Allora mi auguro che il Papa parta per la Russia e vada a chiedere al cristiano Putin che finisca tutto quello che è legato alla violenza per una trattativa di pace e di accordi che trovino un equilibrio tra Ucraina e Russia”. Una missione, quella del Papa, per richiamare Putin, “di fronte a un momento di follia che ha preso la sua mente, ai valori cristiani. Al Papa tocca in nome dei valori cristiani per cui si muove Putin”, conclude Sgarbi.
Papa Francesco, oggi nella Chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Roma, ha presieduto in forma privata la messa nel IV centenario della Canonizzazione dei Santi Isidoro l’Agricoltore, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa di Gesù e Filippo Neri.
Celebrando la messa nella Chiesa del Gesù a Roma, Bergoglio ha citato il conflitto russo ucraino: “Chiediamoci come stiamo portando nella preghiera la guerra in corso. E pensiamo alla preghiera di San Filippo Neri, che gli dilatava il cuore e gli faceva aprire le porte ai ragazzi di strada. O a Sant’Isidoro, che pregava nei campi e portava il lavoro agricolo nella preghiera. Prendere in mano ogni giorno la nostra chiamata personale e la nostra storia comunitaria; salire verso i confini indicati da Dio uscendo da noi stessi; pregare per trasformare il mondo in cui siamo immersi”.