L’Aquila accoglie i giovani ciclisti ucraini. Biondi: «Sappiamo cosa significa stare lontani da casa»

10 Mar 2022 10:18 - di Viola Longo
aquila ucraini

Arriveranno oggi in Italia e saranno ospitati all’Aquila i 24 membri delle squadre nazionali ucraine di ciclismo Juniores e Under 23 maschili e femminili, bloccati in Turchia al momento dell’invasione del Paese e impossibilitate a fare ritorno in patria. Si tratta di 20 ragazzi e 4 accompagnatori, che troveranno alloggio nelle case realizzate dopo il sisma del 2009. Ad accoglierli all’atterraggio a Fiumicino, previsto per il pomeriggio, ci saranno anche il sindaco Pierluigi Biondi e l’assessore regionale allo Sport, Guido Liris.

Biondi: «Sappiamo cosa sia stare lontani da casa»

«Dopo aver manifestato nei giorni scorsi la nostra disponibilità all’accoglienza, apriamo le nostre porte con gioia a questi giovani atleti ucraini che per il momento non possono far ritorno in patria», ha detto il primo cittadino dell’Aquila. «Sappiamo bene cosa voglia dire stare lontani, forzatamente, dalla propria casa: L’Aquila – ha sottolineato Biondi – è pronta a restituire la grande generosità manifestata nei suoi confronti dalla comunità nazionale e internazionale dopo il terremoto».

L’Aquila mobilitata per i profughi ucraini

La decisione di accogliere questi ragazzi e i loro accompagnatori rientra nell’ampia mobilitazione di solidarietà attivata in città. «Abbiamo già raccolto 86 quintali di beni, tra viveri e vestiario, medicine e giocattoli, per le donne e i bambini in fuga dalla guerra, che saranno in parte inviati a coloro che sono rimasti in Ucraina e in parte destinati ai quanti raggiungeranno la nostra città in cerca di sicurezza», ha spiegato ancora Biondi. «Il popolo aquilano ha un cuore grande. Accoglieremo, come abbiamo avuto accoglienza. Come accaduto in passato con chi scappava dalla dittatura in Venezuela o dall’oscurantismo talebano in Afghanistan, anche questa volta daremo tutto il nostro sostegno al popolo ucraino, agli anziani, ai bambini, alle famiglie e a tutti coloro che ora hanno bisogno di pace e di casa», aveva detto il primo cittadino subito dopo lo scoppio della guerra.

Il prezzo della guerra per i giovani ciclisti ucraini

Le squadre giovanili di ciclismo, come ricostruito da ciclismo.it, al momento dell’invasione russa e dello scoppio della guerra si trovavano in Turchia per un training camp. Il capodelegazione della nazionale ciclismo ucraina, Sergiy Grechyn, ha quindi lanciato una richiesta d’aiuto raccolta dalla giornalista e bike ambassador per la Federazione ciclistica italiana, Francesca Monzone, e quindi dall’Aquila. I ciclisti ucraini, per altro, hanno già pagato un prezzo di sangue drammatico alla guerra: il 65enne tecnico della nazionale, Alexander Kulyk, infatti, è stato ucciso in un agguato russo durante una missione di evacuazione a Kiev.

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