Lech Walesa sfida Putin: “E’ rimasto ai tempi dell’Urss. Noi polacchi siamo pronti a reagire”

22 Mar 2022 8:18 - di Robert Perdicchi
Lech Walesa - lo storico leader di Soldarnosc - condanna il comportamento del presidente russo, che è "rimasto ai tempi dell'Urss"

Vladimir Putin “sta commettendo un genocidio, è malato, è rimasto in un’era passata, vuole spostare le frontiere, non si rende conto che il tempo è cambiato”. Così, intervistato da “Quarta Repubblica su Rete 4, Lech Walesa – lo storico leader di Soldarnosc – definisce il comportamento del presidente russo, che è “rimasto ai tempi dell’Urss”. Ma allo stesso tempo l’ex presidente polacco, ed premio Nobel per la Pace nel 1983, è convinto che bisogna continuare a trattare con Putin: “bisogna sedersi con lui, fargli capire che non si può distruggere ma bisogna creare, che non ha senso mettersi contro il resto del mondo e farlo ragionare”.

Lech Walesa, l’operaio che sfidò e battè i comunisti dell’Urss

Lech Wałęsa fu presidente della Polonia dal 1990 al 1995. Elettricista, si impegnò fin da giovane nel sindacato e combatté per la difesa dei diritti dell’uomo. Fondò Solidarność, la prima organizzazione sindacale indipendente del blocco sovietico: attraverso il movimento operaio cattolico, dopo una stagione di confronto col regime comunista, giunse alla guida della Polonia, portando a termine una rivoluzione pacifica che diede al Paese un nuovo assetto costituzionale. Nel 1995 gli successe Aleksander Kwaśniewski.

Nel 1983 vinse il Premio Nobel per la pace. Oltre al Premio Nobel, ha ricevuto molti altri premi internazionali. Nonostante non abbia un diploma di scuola superiore gli è stata conferita una laurea honoris causa da parte di molte università europee e statunitensi.

Il messaggio al leader russo

Walesa, nell’intervista a Rete4, analizza la situazione sul campo tra Ucraina e Russia. “E’ come se ci fossero due giocatori uno gioca a scacchi e uno fa pugilato, Putin deve decidere se vuole continuare a fare a pugni, oppure vuole giocare a scacchi e negoziare. Ora la stiamo difendendo senza reagire ma non è detto che prima o poi non dovremo farlo. Non c’e’ Polonia libera senza Ucraina libera”.

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