L’ex ct Ventura punzecchia Mancini: “Quando ci eliminarono Spagna e Svezia diedero la colpa a me”

30 Mar 2022 12:06 - di Carlo Marini
Mancini, Ventura

Mancini fa bene a proseguire, ci sono tutti i presupposti per riprendere il discorso interrotto a Palermo”. Così l’ex ct azzurro Gian Piero Ventura intervistato dal Corriere della Sera: “Come si passa dal trionfo di Wembley alla delusione del Barbera? Durante l’Europeo la squadra era coraggiosa, bella in alcune giocate, leggera. Contro la Macedonia quelle sensazioni sono diventate fatica, affanno, timore. Hanno perso certezze”.

Ventura fa i paragoni tra la sua eliminazione e quella di Mancini

“La gara con la Macedonia simile a quella con la Svezia? Per certi versi sì. Ma il contesto era completamente diverso. Prima dei playoff la mia Nazionale era già contestata. Eppure io sono uscito con Svezia e Spagna, ma non mi piace fare comparazioni. Se poi penso a certe immagini: per esempio Gravina a Palermo era vicino a Mancini, al suo allenatore, gli ha dato sostegno. Ho sorriso in questi giorni leggendo alcune dichiarazioni, qualche giornale: ‘Nel calcio può succedere’, ‘Caccia ai colpevoli’. Nel 2017 ce ne era solo uno – racconta Ventura – Trovai scorretto dovermi prendere tutte le colpe. Ma ormai l’ho superato, spero che l’Italia torni presto tra le migliori squadre del mondo”.

Ieri la vittoria azzurra (inutile) in Turchia: 3 a 2 in rimonta

L’Italia ieri ha provato a voltare pagina dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, rispondendo con una vittoria in amichevole in Turchia. Un 3-2 in rimonta e nel segno di Raspadori, autore di una doppietta. È una partenza in salita per la nazionale sperimentale mandata in campo da Mancini, che rispetto a Ventura, non è stato messo in discussione. Ieri è stata punita già dopo quattro minuti. Chiellini porta sul piede debole Under ma Donnarumma, unico titolare presente dal 1′ anche a Palermo, si fa superare tra le gambe da un tiro centrale e tutt’altro che irresistibile. Con una Turchia attenta e concentrata davanti al bel colpo d’occhio fornito dal pubblico di Konya, l’Italia sembra confermare le difficoltà nel costruire palle-gol ma ribalta il risultato negli ultimi dieci minuti del primo tempo. Al 35′ serve un calcio piazzato agli azzurri per sbloccare un digiuno che durava da due partite e mezzo, con Cristante che indovina il tempo giusto per lo stacco sul cross disegnato da Biraghi. E dopo il pareggio, arriva anche il vantaggio: Tonali recupera la sfera e trova Raspadori, che col mancino infila Bayindir per il 2-1 al 39′.

Donnarumma, inizio da incubo

Donnarumma rischia di replicare l’errore con i piedi in Champions, poi vola sulla conclusione di Calhanoglu, per un duello che si rinnova in avvio di ripresa su punizione. Resta a lungo l’unico pericolo arrecato alla porta azzurra nel secondo tempo, in cui Mancini lancia Zaccagni e Raspadori timbra nuovamente il cartellino. Il giocatore del Sassuolo si fa trovare pronto in area di rigore sulla sponda di Biraghi e al 69′ è 3-1 per l’Italia. Nell’ultimo quarto d’ora spazio anche per Bastoni, Locatelli e Sensi ma è la Turchia a pungere con un subentrato. Dursun all’83’ la riapre su corner, due minuti più tardi è solamente un grande intervento di Donnarumma a negargli il pareggio: il portiere azzurro, capitano dopo l’uscita di Chiellini, protegge il risultato e regala alla nazionale la prima vittoria di un nuovo ciclo.

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