L’ospedale “Bambino Gesù” di Roma accoglie i primi 35 bambini ucraini: 4 con ferite di guerra
“I bambini provenienti dall’Ucraina seguiti dall’ospedale Bambino Gesù di Roma sono 35. Di cui 17 ricoverati e gli altri seguiti in day hospital e in ambulatorio. Con una serie di patologie diverse, non solo oncologiche. Ma anche malattie dei reni, dell’intestino, compresi due casi di Covid. Tra gli ultimi arrivati, nella notte tra domenica e lunedì, ce ne sono purtroppo 4 con ferite di guerra”. Così Lucia Celesti, responsabile dei servizi dell’accoglienza dell’ospedale pediatrico romano.
Il Bambino Gesù accoglie i primi 35 bimbi dell’Ucraina
“I quattro piccoli feriti nel conflitto sono arrivati in Italia con interventi di massima fatti a Kiev. Ora – spiega la dottoressa – stanno facendo accertamenti. E probabilmente dovranno subire ulteriori interventi chirurgici. E ricevere delle protesi. Perché alcuni hanno avuto danni da colpi d’arma da fuoco. Sono molto anemici”. Sia i bambini sia i familiari – aggiunge Lucia Celesti – sono devastati e sconvolti per tutto quello che hanno dovuto vedere e per questo viaggio che è stato avventuroso. “Oggi però ho parlato con alcuni di loro. E ho potuto costatare che i bambini hanno una grande capacità di ripresa. Una bambina, in particolare, che era rimasta muta fino ad oggi, l’ho vista sorridere due o tre volte. E questo per noi è un motivo di gioia pure nel grande dolore. Anche i familiari ci hanno dato la gioia di riferirci che finalmente si sentono protetti. Per noi questo è il più grande complimento che ci possano fare. L’ospedale mette in campo psicologi, volontari, mediatori culturali, educatori. Che, attraverso il gioco, aiutano i bambini ad elaborare lo stress e la paura“.
Al lavoro psicologi, volontari ed educatori
Nella serata di domenica sono arrivati a Roma i primi profughi ucraini a bordo di un volo organizzato dalla Guardia di Finanza. Molti dei quali sono bambini e bambine. Fra loro anche Emilia, una bambina di sei anni. Che dall’ospedale pediatrico di Kiev è arrivata al Bambino Gesù di Roma. Dove potrà essere sottoposta ad un trapianto di midollo che potrebbe salvarle la vita. La bambina, infatti, è affetta da aplasia midollare, una malattia che colpisce le cellule staminali.