Manifesti anti aborto, vandalizzata la sede di Pro Vita a Roma: “La giunta Gualtieri fomenta l’odio politico”
E’ stata vandalizzata nella notte la sede di Pro Vita & Famiglia Onlus in viale Manzoni a Roma. Ignoti hanno preso di mira le saracinesche e i muri del locale che ospita l’associazione che si sespende da anni contro l’aborto e le pratiche illegali come l’utero in affitto. Sulle saracinesche scritte con insulti e volgarità. Era finita male la battaglia a favore delle donne in vista dell’8 marzo: era finita con la rimozione dei manifesti affissi dall’associazione intimata dalla giunta Gualtieri dopo che le femministe si erano scatenate. In particolare l’associazione “Libera di Abortire”.
Pro Vita: il Comune di Roma succube delle femministe
Ricordiamo che Pro Vita aveva tappezzato la città con manifesti sui quali compariva una bimba nel grembo materno accanto allo slogan “Potere alle donne? Facciamole nascere!””. Con questa immagine si intendeva difendere il diritto alla vita delle donne contro un fenomeno, largamente diffuso in molte parti del mondo: gli aborti selettivi sulla base del sesso femminile del feto. Una campagna che il Campidoglio ha ordinato di stroncare. Con la seguente motivazione: i manifesti sarebbero “in contrasto con il regolamento comunale che vieta affissioni su stereotipi e disparità di genere; messaggi sessisti e violenti o mercificazione del corpo femminile”. A Roma sull’argomento vita è vitato dissentire. Non è una novità, del resto. Anche negli anni passati Virginia Raggi dichiarò guerra alle iniziative di Pro Vita ordinando di rimuovere manifesti a supporto delle battaglie dell’associazione in più occasioni.
Pro Vita: “Riteniamo la giunta Gualtieri responsabile dell’attacco”
Ma l’accusa di manifesti “sessisti” proprio non va giù. Pro Vita l’ha respinta al mittente accusando la giunta Gualtieri “di fomentare l’odio”. “I nostri manifesti non contenevano il minimo messaggio offensivo o discriminatorio – ha detto Antonio Brandi, presidente di Pro vita & famiglia onlus -: e riteniamo la giunta Gualtieri politicamente responsabile del violento attacco subito. Etichettando e censurando la nostra innocua campagna come violenta e sessista, l’assessore Lucarelli ha fomentato un clima di odio politico. Chiameremo il comune, il sindaco e l’assessore – annunciano da Pro Vita – a rispondere dei loro abusi in ogni sede giudiziaria, anche quella penale: dove difenderemo il nostro diritto costituzionale alla libertà di opinione ed espressione”. Non prima di avere chiesto all’Assessore “di condannare quanto avvenuto: chiediamo la sua solidarietà e la invitiamo nella nostra sede per toccare con mano le attività che quotidianamente Pro Vita & Famiglia porta avanti in difesa delle donne e della Vita”.