Massaggi e creme a 4 anni: nasce il centro estetico per bambine. Gli psicologi: «Il problema sono i genitori»
Non più solo lo sfizio una tantum della festa di compleanno in Spa. Per le bambine che vogliono sentirsi grandi ora spunta anche il centro estetico vero e proprio, che propone massaggi, manicure e pedicure, acconciature e trucco da dive. Ad aprirlo è stata una imprenditrice del settore a Nardò, in provincia di Lecce, dove il caso, pressoché unico in Italia, ha suscitato anche alcune polemiche.
Il centro estetico per bambine dai 4 ai 13 anni
Ad accendere i riflettori nazionali sulla vicenda è Libero di oggi, che racconta di questo centro con servizi dedicati a bambine dai 4 ai 13 anni, dando anche conto delle perplessità e delle critiche che ne sono seguite. «Perché un conto è pitturarsi le unghie o mettersi i tacchi della mamma a casa, per gioco, un conto è prenderla sul serio», commenta Massimo Sanvito, che firma l’articolo, ricordando come l’idea ricalchi i modelli americani.
Il punto di vista dell’imprenditrice che ha realizzato l’idea
L’idea comunque spopola e la titolare del centro estetico, Tatiana Caputo, molto attiva anche sui social nel promuovere i servizi rivolti alle più piccole, è già pronta ad aprire altri tre saloni: a Lecce, a Porto Cesareo e a Gallipoli. «In un mondo dominato dai social, l’autostima è sempre in calo, anche e soprattutto nelle giovanissime. Vorrebbero essere alte, magre e perfette come le icone che vedono attraverso lo smartphone ma la verità è che sono tutte belle se imparano ad amarsi e a prendersi cura di se stesse», ha detto Caputo alla stampa locale, mentre i suoi profili social sono un tripudio di bimbe in accappatoi e fasce per capelli rosa confetto, sdraiate sui lettini, intente a spalmarsi una maschera sul viso o a intingere le mani in coppette per la manicure. Oltre che di pubblicità dei prodotti dedicati in vendita: dagli smalti ai rossetti.
Gli psicologi: «Il problema è l’approccio dei genitori»
Intervistato dal Nuovo quotidiano di Puglia, lo psicologo clinico Alessandro Gennaro ha sottolineato che a preoccupare, più delle bimbe che vogliono andare dall’estetista, è «il senso con cui il genitore ce le porta». «Insegnare ad un piccolo o una piccola ad aver cura del proprio corpo è un aspetto importante. La cura di sé può essere affrontata come un gioco o come una performance. Se il gioco insegna ad avere cura del proprio corpo, sentirsi belli e a stare bene con noi stessi allora è un ponte per promuovere la consapevolezza di sé. Al contrario se la cura di sé è una performance che ci porta a confrontarci con un modello ideale non ha senso perché gli ideali sono irraggiungibili», ha sottolineato Professore Associato presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica, Clinica e salute della Sapienza di Roma.
Marziale: «Attenzione ad adultizzare le bambine»
Un invito alla cautela è arrivato, poi, da Antonio Marziale, sociologo e presidente dell’Osservatorio dei minori. «Adultizzare le bambine, che tra i 4 e i 13 anni normalmente giocano imitando le madri senza pensare alla bellezza, può esporle a dei rischi. Si rischia di bruciare una fase delicata, di trasformazione, come l’adolescenza, a cui una bambina ha diritto», ha detto Marziale, ricordando che «bruciando l’adolescenza, spingendo attraverso l’aspetto a una sessualità precoce, si rischia di produrre disadattamento sociale e bullismo». Anche per il sociologo, comunque, «il problema vero è rappresentato dai genitori, sono loro a voler forzare le tappe». «Un tempo volevano i figli allo Zecchino d’oro, ora li mandano direttamente a Sanremo. Un bambino, invece, ha il diritto di diventare adolescente e a vivere questa fase di trasformazione tra infanzia ed età adulta che non può essere saltata. Ogni cosa – ha concluso – deve essere fatta per tappe».