Meloni: «Aspetto la risposta di FI e Lega su Sicilia e Verona. Non so se vogliono vincere o frenare FdI» (video)
Disponibile a «valutare la situazione», ma in un clima di reciprocità, anche in termini di chiarezza e lealtà. Giorgia Meloni affronta il tema delle imminenti amministrative, rispetto al quale il centrodestra non ha ancora trovato una quadra, neppure in situazioni come quelle di Verona e della Sicilia dove pure esisterebbero candidati naturali: il sindaco Federico Sboarina e il governatore Nello Musumeci, entrambi uscenti e messi in campo da FdI.
Meloni: «Non so se per Lega e FI sia prioritario vincere o frenare FdI»
«Io non ho mai fatto accordi con la sinistra, FdI ha sempre avuto una monogamia di fondo, siamo sempre stati leali e chiari, ora sono io che chiedo chiarezza agli altri. Sulle amministrative siamo disponibili a valutare le situazioni ma non sempre viene lo stesso dagli altri», ha detto la leader di FdI intervistata sul Messaggero.it dal direttore Massimo Martinelli e dalla giornalista Barbara Jerkov. «Ancora aspetto l’ok di Forza Italia sul sindaco uscente di Verona e aspetto di capire il pensiero di Lega e FI sulla ricandidatura di Musumeci, visto che mi pare che gli uscenti sono ricandidati se non ci sono ragioni contrarie», ha quindi chiarito Meloni, spiegando che «la domanda a cui, con tutta franchezza, non so rispondere oggi e se per Lega e Forza Italia sia prioritario far vincere il centrodestra o mettere un freno a Fratelli d’Italia».
«Lo stato di salute del centrodestra non è ottimo»
«Se non riusciamo nemmeno sulla nostre battaglie storiche come il presidenzialismo a dare un segnale, allora vuol dire che obiettivamente c’è un problema», ha sottolineato ancora la leader di FdI, rilevando che «se non ci sono dei parlamentari, ti fai sostituire». «Il punto è che il gruppo ci deve essere. Diciamo che nella migliore delle ipotesi c’è disinteresse per le battaglie comuni», ha commentato, aggiungendo che «lo stato di salute (del centrodestra, ndr) non è ottimo, è chiaro nei fatti».
L’opposizione «ferma e totale» al governo
Lei comunque continua a lavorare per «un centrodestra coraggioso, orgoglioso e che non rincorra le sirene della sinistra, considerandosi presentabile solo se sta con la sinistra». Mantenendo un’opposizione del governo «ferma e totale». Ma, ha ribadito la leader di FdI, «noi facciamo opposizione al governo, non all’Italia». «Spero si voti al più presto, sono convinto che il Paese possa avere un governo decisamente migliore di questo, ma quando Draghi va a trattare sui tavoli internazionali, dobbiamo sperare che sia un presidente del Consiglio autorevole. Ma fino ad oggi non ho visto una centralità del nostro premier. E non abbiamo visto questa grande capacità di difendere gli interessi italiani».
Meloni: «Io a Villa Gernetto? Non sono una persona di famiglia»
«Non sono rimasta male per non aver avuto l’invito, non sono una persona di famiglia. Sapevo che era un evento riservato ai familiari, evidentemente Salvini fa parte degli affetti più stretti di Berlusconi», ha risposto Meloni a una domanda sul fatto che non fosse tra gli invitati alle nozze simboliche tra il Cavaliere e Marta Fascina. «In quel contesto – ha aggiunto – avrei considerato strano che mi invitasse, i nostri sono rapporti di lungo corso, sono politici anche personali, ma non siamo persone di famiglia, semmai ci è rimasto male qualche esponente di FI non invitato». Quanto alla frase di Berlusconi su Salvini “unico vero leader”, «sicuramente è una frase che mi ha incuriosito». «L’ho trovata particolare. Posso rimanerci male nel senso che quella è una frase che non mi sarei aspettata, ma non cambia molto. I leader – ha ricordato Meloni – non si decidono a tavolino, li decidono gli italiani».