Meloni, basta sacrifici sulle spalle delle nostre aziende: Draghi chieda all’Ue fondi per rimediare alle sanzioni
Giorgia Meloni torna a ribadirlo, forte e chiaro: basta sacrifici sulle spalle delle nostre aziende. Vista l’emergenza della crisi ucraina, Draghi chieda all’Ue risorse a fondo perduto per compensare gli effetti delle sanzioni. Del resto, che il Belpaese stia a fianco dell’Ucraina è un atto dovuto, che rispetta i valori e i princìpi di accoglienza, fratellanza e solidarietà. Un gesto dimostrato dall’Italia con una serie di azioni intraprese su vasta scala che, come ha annunciato Draghi in uno dei suoi ultimi interventi alla Camera, dureranno «non giorni o mesi», ma «più a lungo». Una scelta che sta già avendo contraccolpi e ricadute sulla nostra economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, che già stanno subendo le conseguenze dell’incremento del prezzo dell’energia e in merito alla disponibilità delle materie prime. Una situazione sui cui la numero uno di Fratelli d’Italia è tornata a intervenire, chiedendo soluzioni per scongiurare i rischi di ulteriori, gravose ricadute sulla nostra economia. E, soprattutto, sulle nostre imprese.
Meloni, la Ue stanzi risorse a fondo perduto per compensare gli effetti delle sanzioni
Nel centro del mirino, insomma, torna la necessità di difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e la sopravvivenza delle imprese. Una situazione in bilico su equilibri già precari, su cui oggi Giorgia Meloni è tornata ad intervenire, chiedendo al governo di farsi «promotore presso l’Unione europea e l’Occidente in generale. Perché vengano stanziati soldi a fondo perduto, per ripagare le Nazioni che saranno maggiormente colpite dalle sanzioni». Aggiungendo, a stretto giro: «Noi ci siamo per la comunità internazionale. Ma la comunità internazionale deve esserci per noi».
Meloni: «Non possiamo continuare a chiedere sacrifici alle nostre aziende»
Di più. Intervenendo all’inaugurazione di Casaidea 2022, la presidente di Fratelli d’Italia ha sottolineato la necessità – in linea con una politica di tutela e difesa dei diritti di famiglie e imprese, già vessate dalla pandemia e prostrate da criticità pregresse anche prima – «a livello europeo, si pretendere e ottenere che ci sia una compensazione per quello che le nostre imprese e la nostra economia perderanno per le sanzioni». Rimarcando: «Noi abbiamo già pagato enormemente le sanzioni sulla Crimea, che oltre tutto in quel caso non sono neanche servite a molto. In questo caso speriamo che servano. Ma non possiamo continuare a chiedere sacrifici alle nostre aziende».
L’Unione Europea faccia come per la Brexit…
Proprio da Casaidea, allora, la Meloni ha ribadito come, «per esempio, il settore dell’arredo occupi il nono posto nel mercato russo del suo export». Proseguendo quindi con la considerazione per cui «non possiamo pensare che la contrazione che ne arriverà venga scaricata tutta sulle aziende. Ci serve sostegno della comunità internazionale». Del resto, quando c’è stata la Brexit – ha opportunamente rilevato la leader di Fdi – l’Unione europea ha varato un fondo per ristorare i Paesi che sarebbero stati colpiti. Ora – ha quindi concluso la Meloni – deve fare la stessa cosa. E deve farla con risorse imponenti, e con soldi a fondo perduto».
… E l’Europa vari un fondo per ristorare i Paesi più colpiti
Riuscirà il governo a vincere la sfida di una politica di bilancio prudente, che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa che gravino sulle spalle di famiglie e imprese. Ma che permetta tutti gli interventi necessari a sostenere l’economia ora, nell’emergenza? La domanda resta aperta. Con un’unica certezza al momento: rincari dei costi dell’energia e prezzi alle stelle che hanno investiti altri settori di mercato. In aumento progressivo e esponenziale.