Missili russi sulla base di Yavoriv: una sfida alla Nato. Il Pentagono: reagiremo agli attacchi armati
All’alba missili russi hanno colpito la base militare di Yavoriv, vicino Leopoli, a pochi chilometri dal confine con la Polonia. L’attacco avrebbe provocato almeno 35 morti e decine di feriti.
Perché colpire la base di Yavoriv è un segnale alla Nato
La base ufficialmente si chiama Centro internazionale per la pace e la sicurezza (Ipsc, nell’acronimo in inglese). E’ la base militare dove a settembre si sono svolte le esercitazioni militari ucraine in coordinamento con la Nato, Rapid Trident – 2021 (nella foto). Manovre che andarono avanti fino al 1 ottobre. Alle manovre militari, proprio mentre Russia e Bielorussia tenevano le esercitazioni su larga scala che allarmavano l’Occidente, parteciparono 4.000 soldati ucraini e 2.000 stranieri.
Il Pentagono: il territorio Nato sarà difeso
Il lancio di missili è a tutti apparso come un avvertimento alla Nato. E il Pentagono nel pomeriggio ha reagito con un duro comunicato: un attacco armato contro uno – ha detto il portavoce del Pentagono, John Kirby – è considerato un attacco armato contro tutti. “Abbiamo detto molto chiaramente alla Russia che il territorio Nato sarà difeso, non solo dagli Stati Uniti, ma da tutti gli alleati”, ha sottolineato Kirby intervenendo sull’emittente tv Abc.
I russi: abbiamo annientato i mercenari stranieri
Mosca ha ammesso la responsabilità dell’attacco, sostenendo che la base ospitava “mercenari stranieri”. La Russia sostiene – attraverso le parole del portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenko citate da Moscow Times– che nei raid contro la base militare di Yavoriv di questa mattina “sono stati annientati 180 mercenari stranieri e una grande riserva di armi straniere”.