Missione russa, Conte davanti al Copasir: furono solo aiuti sanitari, l’intelligence vigilò
L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte ha lasciato Palazzo San Macuto dopo che il Copasir lo ha ascoltato per circa un’ora. Al centro dell’audizione, durata all’incirca un’ora, la missione russa in Italia nel 2020, in piena emergenza Covid. La questione è al centro del dibattito dopo l’attacco di Mosca al ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
“Al Copasir – ha detto Conte – ho chiesto io di essere immediatamente audito perché chi ha o ha avuto incarichi istituzionali ha l’obbligo morale di rispondere del proprio operato in trasparenza. Ho chiarito che la missione russa si sviluppò esclusivamente sul piano degli aiuti sanitari in un momento di grande difficoltà in cui ci mancavano mascherine, respiratori e altri strumenti di protezione”.
“I nostri apparati, dalla difesa all’intelligence agli esteri alla protezione civile, vigilarono costantemente perché questa missione si svolgesse lungo i binari concordati – ha continuato – ho riferito che non mi sono mai stati riportati elementi di criticità che possano far sospettare deviazioni inappropriate della missione al di fuori dell’ambito sanitario”. “Chi con gli accadimenti dell’oggi vuole rileggere le vicende passate non ha il senso della verità storica”, ha concluso.
Italia Viva non è convinta della versione di Giuseppe Conte. “Alla luce dell’audizione credo che questa questione merita ulteriori approfondimenti”, è stato il lapidario commento del senatore Iv e segretario del Copasir Ernesto Magorno lasciando Palazzo San Macuto.
Giorni fa Teresa Bellanova, anche lei di Italia Viva e ministro del Conte II ai tempi della missione russa, ha dichiarato ai giornali che all’epoca i ministri non furono coinvolti e cioè che nulla seppero della permanenza di sanitari e militari russi in Lombardia nel marzo 2020.