Mosca minaccia i mercenari che si arruolano per l’Ucraina: non li consideriamo prigionieri di guerra
Si complica la questione dei mercenari che si stanno offrendo in queste ore drammatiche alle autorità ucraine per andare a combattere in Ucraina contro l’armata russa.
Sulle chat Telegram e sui Social i potenziali mercenari che ambiscono ad andare in Ucraina, chi spinto dai soldi che può mettersi in tasca, chi dal gusto del rischio, chi da questioni ideologiche e chi, infine, da suggestioni romantiche, discutono, in queste ore, il da farsi affrontando, soprattutto, la questione logistica, come arrivare lì dove infuria la battaglia, insomma.
Discussioni che tanto la Procura di Milano quanto gli investigatori della Digos – ma anche i magistrati di altri uffici giudiziari – stanno analizzando in diretta per capire il momento in cui intervenire.
Arruolarsi come mercenari, infatti, significa compiere un reato anche molto grave, punibile perfino con l’ergastolo in certi casi ma, comunque, in genere con una pena che può prevedere la reclusione fino a 18 anni.
Ed è dunque questo il motivo per cui la Procura di Milano, insieme alle forze dell’ordine specializzante nell’antiterrorismo, sta monitorando social e canali Telegram proprio per capire la portata del possibile fenomeno dei foreign fighters, combattenti pronti a entrare in azione in Ucraina.
Al momento, fanno sapere fonti qualificate, si tratta di poche conversazioni che non destano preoccupazione: “nessun piano concreto, solo chiacchiere“.
Nessun fascicolo è quindi formalmente stato aperto dopo più inviti, in rete, ad arruolarsi.
Mosca, intanto, avverte: “I mercenari stranieri” che si recheranno in Ucraina per combattere “non avranno diritto allo status di prigioniero di guerra” se dovessero essere catturati, fa sapere il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dall’agenzia di stampa Tass.
Un’altolà chiaro che dovrebbe indurre i potenziali mercenari a ripensarci. Il rischio è grossissimo. E non si parla di carcere.
Peraltro Konashenkov li definisce “mercenari stranieri che stanno compiendo atti di sabotaggio e incursioni contro i convogli russi di veicoli e i rifornimenti di materiale, e contro l’aviazione che li supporta”.
L’agenzia Interfax riporta anche la convocazione dell’addetto militare di Zagabria a Mosca presso lo stesso ministero della Difesa russo per comunicazioni dell’arrivo di circa 200 “mercenari croati” arrivati la scorsa settimana in Ucraina attraverso la Polonia.
Secondo il portavoce alla guida dell’operazione ci sarebbe un croato Denis Seler, “che ha preso parte ai combattimenti nel sud-est dell’Ucraina nel 2015 e che sta mettendo insieme unità di mercenari da inviare in Ucraina“.