No Tav, blitz della Digos contro gli autonomi: arrestati i leader del centro sociale Askatasuna
Resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violenza privata aggravata, commessi nell’ambito della mobilitazione contro la Tav Val di Susa. Sono le accuse a vario titolo di cui dovranno rispondere 13 esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, per i quali sono scattate altrettante misure di custodia cautelare.
Le perquisizioni nei centri sociali e ai presidi No Tav
La Digos, inoltre, ha perquisito l’Askatasuna, così come il Neruda, un altro fortino degli autonomi torinesi, e i presidi No Tav dei Mulini di Chiomonte e di San Didero.
In carcere i leader dell’Askatasuna
In carcere, sono finito Umberto Raviola, già arrestato in passato con accuse simili, e Giorgio Rossetto, leader dell’Askatasuna e volti storici del panorama dell’Autonomia. Due attivisti, poi, sono stati posti ai domiciliari, mentre per nove sono scattati obblighi di firma e divieti di dimora a Chiomonte e Giaglione.
Le indagini sui disordini a Torino e in Val di Susa
L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, riguarda reati commessi nei mesi scorsi sia nel capoluogo piemontese, sia nell’ambito della mobilitazione contro la Tav in Val di Susa. In particolare, in merito ai ripetuti attacchi ai danni dei cantieri Tav di Chiomonte e San Didero, il materiale video-fotografico e i sequestri effettuati sui luoghi hanno consentito di raccogliere elementi per dimostrare l’utilizzo di artifici pirotecnici, materiale infiammabile, pietre e bulloni, fionde, frombole, tubi da lancio per razzi e altri strumenti da lancio artigianali.
FdI: «Sgomberare subito l’Askatasuna»
«Non servivano le operazioni di polizia di stamattina per sapere che il centro sociale Askatasuna è un pericolo per la città», ha commentato la parlamentare piemontese di FdI, Augusta Montaruli. Dunque, «bene l’intervento delle forze dell’ordine, ma il problema – ha sottolineato – rimane politico: il sindaco chieda immediatamente lo sgombero. Sottoporremo ancora una volta al ministro dell’Interno l’esigenza di chiudere il centro sociale». È stato poi il capogruppo di FdI in circoscrizione 7, Patrizia Alessi, a ricordare che solo due settimane fa il centrosinistra locale ha bocciato «la nostra richiesta al sindaco». «Vogliamo restituire lo stabile all’associazionismo sano», ha concluso l’esponente di FdI.