Non solo la bimba col fucile: un’altra bambina nel 1972 divenne simbolo della guerra del Vietnam

13 Mar 2022 20:07 - di Adele Sirocchi
bambina fucile

Ha fatto il giro del mondo, rimbalzando da un social all’altro, l’immagine della bambina con un lecca lecca e il fucile. La bambina ha circa 9 anni. I capelli intrecciati con un nastro giallo e uno azzurro, i colori della bandiera ucraina. La foto l’ha scattata il padre della ragazza, Oleksii Kyrychenko. E l’ha volutamente diffusa su Facebook con il titolo “Ragazza con i dolci” al fine di «attirare l’attenzione del mondo sull’aggressione russa». Una foto che per alcuni è solo propaganda, per altri un’immagine che ci racconta il coinvolgimento in una guerra assurda di bambini innocenti. In ogni caso una foto simbolo di questo conflitto.

La “ragazza con i dolci” è diventata la foto simbolo della guerra in Ucraina

L’immagine è diventata virale dopo essere stata ripresa dall’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e poi esplosa in migliaia e migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Con un messaggio chiaro e forte per chi la guerra la combatte solo a parole. “Non giratevi dall’altra parte, non lasciatela sola, non mostratevi codardi al cospetto dell’infanzia che imbraccia i fucili. Per favore, non ditele che sanzioni più dure sarebbero troppo costose per l’Europa!” il post del politico polacco.

La foto di Kim Phuc, un’altra bambina simbolo della guerra del Vietnam

Un’altra bambina, anche lei di nove anni, divenne suo malgrado protagonista della foto simbolo della guerra del Vietnam. Si tratta di Kim Phùc, che appare, nuda e piangente, in una delle foto più celebri del Novecento.

Quando la foto fu scattata – racconta Il Post –  Phúc aveva 9 anni e viveva con la sua famiglia a Trang Bang, un paesino del Vietnam del Sud che era stato occupato dalle forze nordvietnamite. Quel giorno un gruppo di cacciabombardieri Douglas A-1 Skyraider dell’aviazione sudvietnamita attaccò con le bombe al napalm Trang Bang, colpendo per errore le posizioni dei soldati sudvietnamiti che stavano combattendo contro gli occupanti e anche un tempio Cao Dai (una religione monoteista diffusa in Vietnam e fondata negli anni Venti del Novecento) dove si erano rifugiati i civili, tra cui Phúc.

A causa del napalm, che è una sostanza acida altamente infiammabile, il braccio sinistro di Phúc prese fuoco e il suo vestito si distrusse in pochi secondi. Insieme ai suoi fratelli e ai suoi cugini scappò dal tempio e cominciò a correre – gridando “Scotta! Scotta!” – lungo la Route 1, unendosi a soldati sudvietnamiti e ad altri abitanti del villaggio che andavano verso le posizioni controllate dall’esercito sudvietnamita. La fotografia fu scattata l’8 giugno del 1972 dal fotografo di Associated Press Nick Ut, che l’anno successivo vinse per questa immagine il premio Pulitzer per la fotografia”.

La Crociata dei fanciulli

Arruolare i bambini nelle guerre che fanno gli adulti non è certo una novità di questo e del precedente secolo, che ha visto il progressivo coinvolgimento nelle operazioni belliche di civili innocenti. Risale al 1212 il famoso episodio noto come Crociata dei fanciulli. Erano bambini guidati da un certo Stefano il quale sosteneva che davanti a loro si sarebbero aperte le acque del mare come segno della benevolenza divina e che a loro spettava di liberare il santo Sepolcro in mano agli infedeli.

Si parla di migliaia di ragazzini, provenienti dalla regione di Orleans ma alcuni anche dalla Germania.  Molti di loro, giunti a Marsiglia, furono venduti come schiavi ai musulmani. L’episodio, subito avvolto da un alone di leggenda, colpì l’immaginario dell’epoca al punto che molti lo considerarono un evento meraviglioso e mai visto prima. ma che dimostra, senza ombra di dubbio, che i bambini muoiono nei conflitti decisi e scelti dagli adulti.

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