Pigi Battista asfalta l’Anpi: «I partigiani di oggi? Usurpatori che non hanno mai rischiato la pelle»

28 Mar 2022 11:01 - di Valerio Falerni
Pigi Battista

Partigiani? Pensionati, piuttosto. Come il loro presidente Gianfranco Pagliarulo, classe 1949. Quando è nato, i tedeschi erano ritornati in Germania, il fascismo era finito e l’Italia era già una repubblica. «Sai che cosa abbiamo in comune io e lui – ironizza  Pierluigi (Pigi) Battista in un’intervista a Libero -? Che nessuno di noi due ha rischiato la pelle per la libertà dell’Italia». Quelli dell’Anpi oggi, incalza l’ex-vicedirettore del Corriere della Sera, «non sono partigiani, sono gli usurpatori di una nobile sigla che esprimono le loro posizioni come tanti altri gruppi di associati». Sarebbe una constatazione persino scontata. Non in Italia, però, dove l’Anpi mette becco su tutto, persino «contro la riforma costituzionale di Renzi».

Pigi Battista intervistato da Libero

Il ruolo dell’Associazione è tornato prepotentemente d’attualità con la guerra in corso in Ucraina. Che ha trovato Pagliarulo e compagni attestati su un “né né…” drammaticamente uguale a quello in cui tentò di rifugiarsi la peggiore sinistra al tempo dell’attacco del brigatismo rosso allo Stato. A distanza di tanto tempo, la circostanza dà ragione a chi da sempre sostiene che l’Anpi non è stata mai veramente rappresentativa di tutta la Resistenza. «Partigiani – ricorda in proposito Battista – erano Guido Pasolini, ammazzato dalla Brigata comunista Garibaldi, e Francesco De Gregori, lo zio del cantautore, ucciso con lui a Porzus». Così come lo erano l’ex-ministro Paolo Emilio Taviani ed Edgardo Sogno. «Nel dopoguerra hanno dato vita a Gladio per proteggere l’Italia da un’eventuale invasione sovietica», aggiunge il giornalista.

«La nostra Resistenza è irrilevante per gli storici non italiani»

Ma il colpo decisivo Battista lo sferra quando marca la differenza tra lo Zelensky collegato con il Congresso Usa e con il Bundestag tedesco da quello che si è rivolto al Parlamento italiano. Nei primi due casi il presidente ucraino ha citato, rispettivamente, Pearl Harbor e il Muro di Berlino. Nel collegamento italiano, invece, non ha neppure accennato ai partigiani. «Perché – spiega Pigi Battista – nella storiografia internazionale la resistenza italiana ha un peso vicino allo zero, irrilevante». E  conclude: «La libertà ha trionfato grazie agli americani».

La verità che ancora non si dice

Giusto. Un altro piccolo sforzo andrebbe tuttavia fatto per capire perché l’Ucraina lotta ancora per conquistarla e l’Europa dell’Est teme ancora di perderla. Già, per quei popoli la sconfitta  significò solo il salto dalla padella di Hitler alla brace di Stalin. A conferma che libertà e democrazia c’entravano poco con gli obiettivi degli Anglo-americani. È giusto invece riconoscere che è stata per noi fu una vera fortuna essere sconfitti da loro e non dai loro alleati sovietici. È l’ultimo pezzo di verità che manca, aspettando Pigi Battista.

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