Prodi si affanna a difendere l’indifendibile: «La Cina non ha dato nessun appoggio alla Russia»
La Cina? «Non è contenta di questi eventi. Non ha dato nessun appoggio alla Russia, ma non ha esercitato nessun contrasto». Romano Prodi in una lunga intervista a La Stampa parla degli effetti della guerra in Ucraina e del ruolo che può svolgere Pechino. L’ex presidente del Consiglio ammette: «Certo, ha un rapporto stretto con la Russia, confermato dall’accordo energetico, e noi dovremmo riflettere sulle ragioni di questo legame, perché in parte abbiamo contribuito a crearne le condizioni. E tuttavia la Cina si astiene in Consiglio di Sicurezza dell’Onu e non ha ancora riconosciuto la Crimea. Poi, nel breve, la Cina può trarre giovamento dal fatto che gli Stati Uniti si distraggano dal loro fronte esclusivo: il Pacifico». E poi ancora: «Alla Cina questa guerra non conviene. Il bene che i cinesi, in questa fase storica stanno “comprando”, è il tempo. I cinesi crescono, si rafforzano e in questo loro ruolo non amano essere disturbati da imprevisti».
«L’assertività russa è molto aumentata»
Prodi davanti alla deriva aggressiva di Putin, poi afferma: «Siamo davanti ad un cambiamento epocale. Ricordo l’ultimo vertice tra Russia e Unione europea nel 2004: un giornalista chiese a Putin e a me se la Russia sarebbe entrata nell’Ue! Allora era in corso un tentativo di avvicinamento. Poi è tornata la spaccatura, l’assertività russa è molto aumentata». L’ex premier condivide «le scelte del governo. La singolarità sta in questo: gli eventi sono stati così imprevisti, così violenti che non hanno consentito le piccole distinzioni. Quando la politica diventa scontro, non ci sono più distinzioni».
Prodi: «Putin ha fatto un errore storico»
Quanto a Putin ha fatto «un errore storico». «Nessuno, due mesi fa, avrebbe pensato che stava per profilarsi un accordo tra tutti i Paesi europei, tra tutti i partiti europei, tra tutti i partiti italiani. Questo è stato il grande sbaglio russo! Inconcepibile. Una mancanza di conoscenza delle democrazie. Che sono deboli, faticano a decidere ma davanti ad eventi drammatici, si uniscono. Putin non lo ha capito. Un errore storico».