Rampelli: “Bisogna parlare meno: troppe informazioni date su armi e destinazione. Usare cautela”
“Un’accortezza la userei: parlerei di meno e farei di più. Tutto avviene alla luce del sole“. Fabio Rampelli è stato ospite degli studi Agorà su Rai 3. L’argomento principe, naturalmente, è stata la guerra tra Russia e Ucraina e il dramma dei profughi. C’è un elemento che stona nelle dichiarazioni ufficiali e nelle analisi, avverte il vicepresidente della Camera: troppe parole, troppe indicazioni. La parola d’ordine sarebbe: non dare punti di riferimento.
Rampelli: “Usare più accortezza per evitare di dare in formazioni utili al nemico russo”
“Comunicare la tipologia di armi, la destinazione, o informare sulle sanzioni al millimetro sono tutti dati che possono essere utili alla controparte”. Troppe informazioni che potrebbero cadere in mano russa, sarebbe meglio essere meno loquaci in materia. Sui possibili sviluppi delle trattative tra russi e ucraini e possibili intermediari, Rampelli ha precisato: “Se non c’è resistenza non ci sono negoziati. Ci auguriamo tutti che le trattative si facciano e siano efficaci. Ma in questa fase ci sembra di capire che la Russia voglia aumentare il suo peso contrattuale e il posizionamento dei carrarmati lo dimostra”. Parlare di negoziati mentre bombardano ospedali e fabbriche è dura.
Rampelli: “Snellire la burocrazia per accogliere i profughi”
Sul dramma dei profughi e sull’accoglienza, il vicepresidente della Camera ha chiarito: “Nessun equivoco su questo. Lo abbiamo sempre sostenuto. Fratelli d’Italia non ha posto ostacoli all’accoglienza dei profughi ucraini, che sono profughi veri perché stanno scappando dalla guerra. Abbiamo dato tutta la nostra disponibilità sollecitando anche una semplificazione burocratica perché le procedure sono piuttosto complicata. Ora più che mai bisogna distinguere i rifugiati politici dai migranti economici. Non è un caso che di fronte a questa tragedia planetaria, sembra che i trafficanti di uomini abbiano sospeso le attività”.