“Scusi, lei spaccia?”. La “citofonata” di Salvini a Bologna finisce archiviata. Per il gip non fu reato
Matteo Salvini non ha commesso alcun reato quando – nel gennaio 2020 – citofonò a una famiglia nel quartiere Pilastro di Bologna. Lo ha stabilito il giudice del capoluogo emiliano, che ha disposto l’archiviazione definitiva del procedimento contro il leader della Lega: (difeso dall’avvocato Claudia Eccher) e della signora che lo aveva accompagnato nel rione denunciando spaccio e degrado. Secondo il giudice, Salvini non voleva diffamare: era determinato a evidenziare i fenomeni di illegalità. Ricorderete tutti il famoso “Scusi, lei spaccia?”, pronunciato al citofono che causò polverone di fango e infamia sul leader della Lega.
Archiviata la “citofonata” di Salvini a Bologna
Ora la vicenda giudiziaria si chiude con l’archiviazione. La «citofonata» di Salvini che ha riempito paginate di giornali e animato gli antisalviniani in servizio permanente effettivo avvenne durante la campagna elettorale per le Regionali; a pochi giorni dal voto che portò poi alla vittoria in Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini. La Gip ha accolto la richiesta del pubblico ministero, come sottolinea l’avvocata che difendeva Salvini, Claudia Eccher, secondo la quale la Gip: «ha valorizzato la nostra argomentazione difensiva sulla causale politica della condotta».
Salvini non commise alcun reato con quella “citofonata”
Con il fascicolo di Salvini è andato in stato archivio anche quello di Anna Rita Biagini, la signora che accompagnava il segretario legista nella passeggiata elettorale nel quartiere alla periferia di Bologna. In quell’occasione, Salvini andò a citofonare a casa di una famiglia chiedendo loro se in quella casa vivessero degli spacciatori. I genitori del ragazzino che rispose al citofono, all’epoca minorenne, presentarono querela. Poi, attraverso l’avvocato Filomena Chiarelli, si erano opposti alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. Ricordiamo che madre e padre del ragazzo della citofonata sono stati arrestati per una serie di reati, fra i quali anche lo spaccio, nel gennaio 2021. Secondo la legale Eccher, la gip avrebbe riconosciuto che: «nella dinamica dei fatti e dagli atti del processo l’intenzione di entrambi era quella di porre in essere un’azione polemica e provocatoria, ma non di rivolgere un attacco personale ai membri della famiglia».
La gip: “Salvini voleva mettere in luce problematiche legate allo spaccio”
Non solo, la giudice avrebbe individuato anche un interesse pubblico della notizia cercata da Salvini: l’obiettivo suo e di Biagini era di «mettere in luce problematiche e degrado del quartiere, perlopiù causato dall’attività di spaccio di droga». L’intervento degli indagati – secondo la ricostruzione – fu dunque mosso da motivi politici; e «volto a supportare quella parte di popolazione che aveva mostrato insofferenza verso gli episodi di criminalità del quartiere».