Show di Di Battista in tv sull’invio di armi a Kiev. E Tabacci lo ridicolizza: «Lei è un pacifista senza pace»
Con poche parole Bruno Tabacchi zittisce Alessandro Di Battista. Lo scontro si consuma a Di Martedì su La7. Si discute dell’Ucraina. «La maggior parte degli italiani è contraria all’invio delle armi in Ucraina», esordisce l’ex deputato del Movimento 5 Stelle. «Il Parlamento deve tenerne conto e ancora più un premier arrivato lì per risolvere i drammi della pandemia e non certo per decidere senza un dibattito pubblico che riguardano il futuro degli italiani e degli europei nei prossimi vent’anni».
Di Battista: «Chi dissidente sull’invio delle armi è definito filo-Putin»
Quindi Di Battista pone la domanda: «Qui in Italia chi dissente sull’invio delle armi viene definito filo-Putiniano. Quindi sono filo-Putin anche tutti i parlamentari della Knesset? Sono filo-Putin tutti gli israeliani? Quanti Paesi al mondo hanno deciso di non inviare delle armi in Ucraina? Sono tutti filo-Putin?». Tabacci lo interrompe ironico: «Lei dica tutto quello che vuole».
«Ad avere ragione siamo solo noi?»
Di Battista continua: «Israele, che un giorno sì e l’altro pure, prendete ad esempio di unico Paese democratico mediorientale, questo lo dite voi. Poi io ho dubbi sul comportamento del governo di Israele in Palestina, ma questo è un mio giudizio. Israele, che non invia armi per ergersi giustamente a ruolo di mediatore, sono tutti pazzi? Ad avere ragione siamo solo noi?».
Tabacci: «Lei è un pacifista senza pace»
E Tabacci, dopo aver scosso la testa tutto il tempo, lo zittisce con poche parole: «Di Battista, lei è un pacifista senza pace». E Di Battista esita qualche secondo e poi va all’attacco: «E voi siete dei guerrafondai con le vittime degli altri». Quindi si alza e va via per poi ritornare in studio e confrontarsi con Edward Luttwak.
Di Battista: «Basta con le etichette»
Nel corso della serata poi Di Battista ha aggiunto: «Letta parla di filoputinismo in Italia? Ne ho le scatole piene di politici che danno etichette, non condivido nulla di ciò che dice Letta. Credo che mandare armi in Ucraina violi la Costituzione, la retorica che fa Letta è stomachevole. L’Italia si è giocata il ruolo di mediazione perché Draghi si sta comportando da suddito di Washington».