Sorpasso a destra in libreria, Sallusti e Veneziani surclassano nelle vendite sinistra e firme radical chic
Smacco alla sinistra che ha a lungo monopolizzato il mercato editoriale: nella top ten dei libri più venduti della settimana nella sezione “saggistica” dominano, rispettivamente, Lobby & Logge di Alessandro Sallusti e Luca Palamara (Rizzoli editore, euro 19, al 6° posto in classifica generale) con 30mila copie già vendute in seconda edizione. E La cappa. Per una critica del presente, ultima fatica letteraria di Marcello Veneziani (Marsilio, 18 euro), alla sua quinta edizione. Ulteriore conferma di un successo a cui ha dato il “la” Giorgia Meloni (Io sono Giorgia. Le mie radici le mie idee): 100mila copie e 5 edizioni per un secondo posto nella hit che conferma svettare su soloni e autori dai grandi numeri e delle grandi griffe editoriali abituate ai record di vendita, spesso e volentieri socialmente e politicamente identificabili “dall’altro lato della barricata”.
Sorpasso a destra in libreria: la sinistra non è più testa di serie
Lo segnala Libero in un esaustivo servizio dedicato alle tendenze letterarie del momento che premia, numeri alla mano, gli intellettuali di destra. Con buona pace dei salotti radical chic trasferiti in tv, con i loro protagonisti a discettare. Pubblicizzare titoli e rivendicare una superiorità culturale figlia di una politica progressista che, dal dopoguerra in poi, ha capito bene che avocare come appartenenti alle propria fila scrittori, cantautori e registi – e per la sinistra il ruolo di mecenate imprenditoriale d’eccezione – ha consentito a Pci, Ds e ulivo che dir si voglia, di accaparrare consensi. Condizionare i mercati. Incanalare il pensiero in libri, canzoni, film e festival, magnetizzando l’industria politico-culturale.
Sallusti e Veneziani scalano le classifiche di vendita
Arrivando al punto, tanto per citarne uno, che Libero cita: e non a caso. Quello del Salone del Libro a guida Nicola Lagioia che «dal 2017, per un po’ rese quel tempio una sorta di club per intellettuali progressisti. Senza minimamente considerare che – nell’eterna e spesso stucchevole polemica tra scrittori progressisti e conservatori, avrebbe dovuto almeno spiccare un indimenticato articolo di Giovanni Raboni sul Corriere della sera del 2002. Laddove il critico (di sinistra) ammetteva che le punte più alte delle cultura del 900 fossero non di sinistra».
Gli intellettuali di destra conquistano un mondo monopolizzato dagli autori progressisti…
Dunque, così è se vi pare e comunque perché piace al pubblico: il sequel di un appassionato racconto che rivela e analizza il cono d’ombra del sistema di potere delle magistratura. E una panoramica agile sulla realtà sociale del momento, ripiegata su stessa con «narcisismo solitario e patologico di massa». Un mondo che l’autore rilegge con disincanto e critica ironico-filosofica, sono oggi, rispettivamente, in cima alle classifiche di gradimento editoriale. Al primo e al secondo posto di una hit da decenni dominata da scrittori, saggisti e giornalisti di stampo progressista, il cui inchiostro risulta evidentemente scolorito.