Sostegni alle famiglie, l’85 per cento delle risorse finisce agli immigrati: ecco il modello Milano
Occhio agli spot delle amministrazioni in favore degli italiani meno abbienti: la realtà nuda e cruda è un’altra. Gli immigrati, il Comune di Milano del sindaco Sala ne è l’esempio più eclatante, sono i primi beneficiari e rappresentano la stragrande maggioranza dei soggetti che percepiscono sussidi, sostegni economici e le tanto agognate case popolari.
Welfare a Milano: i numeri del razzismo a contrario a favore degli immigrati
Ne sanno qualcosa i cittadini milanesi, come riporta oggi il quotidiano Libero, pubblicando una tabella sorprendente. L’ultimo caso, riguarda l’assegnazione “in deroga” delle case popolari di MM. Si tratta cioè di una serie di appartamenti che sono a disposizione del Comune, che in casi di particolare urgenza sociale può assegnarli direttamente, saltando le graduatorie. Ebbene, nel 2020 su 130 appartamenti concessi, 68 sono finiti a nuclei stranieri e 62 a quelli italiani. «Ancora una volta la sinistra mostra il suo volto: prima gli stranieri, poi se avanza qualcosa gli italiani – tuona polemicamente la consigliera comunale ed eurodeputato della Lega, Silvia Sardone -. Il sistema delle assegnazioni in deroga assegna alloggi popolari aggirando le normali graduatorie e finendo, come evidente, per favorire come sempre gli extracomunitari». Si domanda Sardone: «È così difficile per il sindaco Sala e la sua giunta supportare i nostri cittadini? Stop a questo razzismo al contrario».
Nel 2020 6 milioni agli stranieri e 900mila euro agli italiani
Il giornale ad esempio le misure relative al welfare. Nel 2020 in totale agli stranieri sono andati ben 6 milioni di euro contro i 900mila euro usati per aiutare gli italiani. In pratica solo il 15 per cento delle risorse arriva ai nostri concittadini.
«La differenza più marcata tra queste misure si riscontra soprattutto negli aiuti assegnati ai nuclei familiari con minori a carico. A quelli stranieri sono andati 3.292.000 euro contro gli appena 308mila euro destinati agli italiani. Idem per quel che riguarda i nuclei con adulti tra i 18 e i 64 anni con invalidità civile oltre il 73% (2.128.000 contro 272.000); i nuclei con almeno una persona invalida civile oltre il 73% (134.000 contro 62.000) e infine i nuclei familiari che hanno una o più persone sopra i 64 anni di età (556.000 contro 314.000). E non è finita qui. Nelle “Borse lavoro” assegnate dal comune di Milano dal 2018 al 2021, su 3.060 beneficiari, 1.575 (il 51%) sono immigrati. Così come il 72% delle “Bebè card” sono finite in mano a non italiani: 1.307 sul totale di 1.826. Un dato che sale all’80% se si aggiungono anche gli aiuti dati agli extracomunitari». Numeri che certificano il “modello Milano” che premia gli immigrati e penalizza gli italiani. Un modello che si allarga a macchia d’olio in altre amministrazioni italiane.
(foto archivio Ansa, due manifestazioni di immigrati)