Spese militari, governo sull’orlo della crisi. Draghi e Mattarella sfidano Conte
Draghi vede Conte e incassa il no sulle spese militari, poi sale al Colle e incassa il sostegno di Mattarella sull’aumento al 2% delle poste per il riarmo, poco dopo Conte va in tv, da Floris, a dire che lui non molla. Forte, si fa per dire, del plebiscito virtuale incassato dai suoi iscritti, minaccia di voler andare fino in fondo. “Per rispettare gli impegni dell’Italia sull’aumento dei finanziamenti alla difesa vogliamo tagliare la spesa sociale? Noi non saremo d’accordo. Un brillante esponente di Fdi ha detto: ‘togliamo il sussidio di sopravvivenza ai poveri’ per pagare le armi. Noi non possiamo accettare questa prospettiva”, ha puntualizzato il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ospite a “Di Martedì” su La7, facendo riferimento all’odg di Fratelli d’Italia che ieri ha messo in crisi la maggioranza e alla proposta di tagliare il reddito di cittadinanza a nullafacenti e truffatori.
Venti di crisi sul governo, Draghi contro Conte
“Io non ho sollevato nessuna crisi di governo. Draghi avrà pure il diritto di informare il presidente Mattarella”, ha poi commentato il presidente del M5s. Dunque, chi si aspettava il bluff è rimasto deluso. Il braccio di ferro tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore a Palazzo Chigi, il leader del M5S Giuseppe Conte, non si è risolto con una pacca sulle spalle ma ha visto un preoccupante muro contro muro che torna a far suonare, alto, l’allarme sulla tenuta del governo. Tanto che l’ex numero uno della Bce, dopo il faccia a faccia durato circa un’ora e mezzo, è salito al Quirinale, per informare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul dossier spese militari, scoglio piombato sulla strada accidentata della sua maggioranza.
Uscendo da Palazzo Chigi l”avvocato del popolo’ aveva già lasciato intendere di aver tenuto il punto con Draghi, “in modo chiaro, franco e sincero”, ribadendo al presidente del Consiglio di non mettere “in discussione gli accordi con la Nato, ma l’aumento delle spese militari ora sarebbe improvvido” perché “le priorità degli italiani sono altre“, aveva scandito Conte a favore di telecamere, non dissimulando un certo nervosismo quando, di fronte all’insistenza di una cronista, ha alzato la voce per portare a termine il suo ragionamento. Che a Draghi, però, sembra non essere andato giù.
La risposta di Palazzo Chigi
E così a stretto giro arrivava la risposta, dritta e sferzante, di Palazzo Chigi. Che lasciava intendere come il presidente del Consiglio abbia parlato con altrettanta chiarezza e sincerità. “Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza”. Tradotto: o così o viene giù tutto. Non solo. Da Palazzo Chigi ci tengono a rimarcare i numeri, richiamando quelli messi a segno dai due governi Conte sul fronte difesa. “Il bilancio della difesa nel 2018 era sostanzialmente uguale al 2008. Nel 2018 si registravano circa 21 mld, nel 2021 24,6 miliardi (un aumento del 17 per cento): questi sono i dati del Ministero della difesa nei governi Conte. Tra il 2021 e il 2022 il bilancio della difesa sale invece a 26 miliardi: un aumento del 5,6 per cento”, i numeri snocciolati dallo staff di Draghi.