Svolta nel delitto di via Poma: riaperta l’inchiesta. Si indaga su uno dei primi sospettati del delitto Cesaroni
Clamorosa svolta nel delitto di Simonetta Cesaroni, avvenuto a via Carlo Poma il 7 agosto del 1990 a Roma, uno dei grandi misteri della cronaca nera italiana. Un delitto insoluto sul quale si è indagato per anni con imputazioni e proscioglimenti, l’ultimo dei quali quello di Raniero Busco, l’ex fidanzato della ragazza uccisa poi assolto. La svolta è che l’inchiesta è stata riaperta, come informa oggi Il Foglio, in un articolo di uno dei più esperti cronisti di giudiziaria romani, Massimo Lugli.
Il mistero di via Poma: si indaga su uno dei protagonisti
“Dopo ben trentadue anni dall’omicidio, la procura di Roma, nei giorni scorsi, ha riaperto un’indagine che sembrava destinata a restare nel dimenticatoio o, al massimo, nelle fiction e nei romanzi di genere… La pm Ilaria Calò, lo stesso magistrato che sostenne l’accusa contro Raniero Busco, l’ex fidanzato della vittima condannato a 24 anni nel 2011 e assolto nei due gradi successivi di giudizio, ha già interrogato diversi testimoni e altri, in gran segreto, verranno convocati a piazzale Clodio nei giorni successivi. Gli sviluppi potrebbero essere totalmente imprevisti. Forse, stavolta, la pista è quella giusta”, scrive Il Foglio, che però non fa i nomi. Parla di uno dei “soliti sospetti”, lascia intendere che la soluzione verso la quale si dirigono gli inquirenti è quella più semplice.
“Nel mirino degli investigatori un personaggio che era già comparso fin dalle prime ore dopo il delitto e che fu interrogato più volte sia in istruttoria sia in dibattimento… La nuova pista prende in considerazione l’unico elemento che, fin dall’inizio, è sembrato certo: la complicità del portiere Pietrino Vanacore, arrestato nelle ore successive al delitto, scarcerato dopo ventiquattro giorni e morto suicida l’8 marzo del 2010, alla vigilia della sua deposizione in Corte d’Assise. Un suicidio con molti dubbi (Vanacore fu trovato annegato in pochi centimetri d’acqua dopo che aveva ingerito dell’anticrittogamico) e che ora trova una sua spiegazione: le contraddizioni sul nuovo sospettato sarebbero probabilmente saltate fuori in aula durante l’interrogatorio…”.
I sospettati del delitto di Simonetta Cesaroni
Tra le persone ascoltate dal pm Ilaria Calò ci sono molti investigatori che, a suo tempo, si occuparono del caso, primo tra tutti l’ex funzionario della mobile Antonio Del Greco: “l’ex funzionario sarebbe stato ascoltato per quasi cinque ore e avrebbe portato riscontri precisi su cui si sta indagando”. L’articolo si chiude con un indizio: “La verità, ora, comincia a delinearsi. Una verità, come avviene quasi sempre, molto più semplice, quasi a portata di mano fin dall’inizio”.
Tra i primi sospettati e indagati del delitto, ci furono l’architetto Luigi Izzo, proprietario di un’abitazione nello stabile di Via Poma, in vacanza all’ Argentario nei giorni del delitto, Federico Valle, nipote dell’architetto Cesare Valle, che abitava nel palazzo, quindi Raniero Busco, il fidanzato della vittima all’epoca dell’omicidio, ma anche Salvatore Volponi, il datore di lavoro di Simonetta.