Toninelli recordman di voti e gaffe tallona Conte: il peggiore ministro 5Stelle si gioca la partita della vita
Ora deve vedersela in casa con l’ex ministro grillino più imbarazzante della storia. Povero Giuseppe Conte. Danilo Toninelli, recordman di gaffe, tallona il leader 5 Stelle. Conquistano una valanga di voti (44.427 preferenze) è stato eletto nel collegio dei probiviri 5Stelle Stelle. Solo 11mila in meno di Conte. Con una differenza non da poco: Giuseppi correva da solo. Toninelli aveva 5 sfidanti e la seconda classificata, la ministra Fabiana Dadone, ha preso ‘soltanto’ 24.187 voti.
Toninelli sbanca e sfida Conte
“Grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato”, ha scritto esultante sui social l’ex ministro delle Infrastrutture. “È un incarico che porterò avanti con grande responsabilità, come ho sempre fatto”. Ma il ragazzotto riccioluto ha un curriculum governativo e politico costellato di scivoloni. A proposito di attualità il 1 marzo in una diretta social di “Contrinformazione” aveva detto che l’Ucraina faceva parte dell’Unione europea. Celeberrima la ‘svista’ geografica. Quando parlò del tunnel del Brennero già realizzato (è ancora un cantiere).
Tutte le gaffe: dal Brennero all’Ucraina
Non andò meglio dopo la tragedia del ponte Morandi. Toninelli propose pubblicamente la realizzazione di un viadotto, a 45 metri di altezza, in cui le persone potessero “vivere, giocare, mangiare”. Come dimenticare, ancora, l’esibizione dell’acquisto di un suv diesel. Ora dopo mesi e mesi di silenzi torna in pista incalzando i vertici grillini. Per ora porta in dote la sua approssimazione cronica. Chissà se il ragazzotto riuscirà nell’impresa. Classe 1974, ex ministro, poi capogruppo al Senato, ha cercato di ritagliarsi uno spazio tra i contestatori dell’establishment.
Dalle assicurazioni al ministero
Laureato in giurisprudenza, poi ufficiale dei carabinieri, scende in politica come candidato consigliere nella provincia di Cremona. Prese 84 preferenze. Al Comune andò peggio: non raggiunse quota 10. Nel 2013 il colpo di fortuna inaspettato con l’arrivo in Parlamento. Poi l’arrivo in Senato. Stavolta, comunque, potrebbe essere la volta buona per giocarsi la partita della leadership contro Conte e Di Maio. Anche se, ancora una volta, sull’elezione online pendono le cause giudiziarie.