Tra i 5Stelle cresce l’ala filo Putin. Petrocelli, che guida la commissione Esteri del Senato, vota no al governo
Il senatore 5Stelle Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, esce alla scoperto. E vota contro la risoluzione presentata dalla maggioranza e da Fratelli d’Italia sulle comunicazioni del premier Draghi. Che impegna il governo a inviare armi all’Ucraina per consentire al Paese di esercitare il diritto alla legittima difesa.
Il 5Stelle Petrocelli vota contro la risoluzione del governo
Assenti undici senatori M5S, alcuni in congedo o in missione, come il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e i sottosegretari Barbara Floridia e Pierpaolo Sileri. Sette gli assenti della Lega, tra i quali Armando Siri. Un voto pesante quello del grillino, che conferma l’esistenza di un’ala filo Putin all’interno del movimento. Con la quale Giuseppe Conte da giorni sta combattendo per trovare una compattezza. Almeno formale. Tra i parlamentari pentastellati serpeggiano non da oggi simpatie per lo ‘zar’ di Mosca e mal di pancia per la posizione interventista del governo Draghi. Il no di Petrocelli all’invio di fornitura militari a Kiev ha scatenato un terremoto nella maggioranza.
La maggioranza chiede le dimissione del grillino
Tanti gli esponenti della maggioranza, con il Pd in prima fila, che invocano le dimissioni del grillino dalla guida della Commissione. “Trovo grave che il presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, abbia votato contro una risoluzione sostanzialmente unitaria contro l’aggressione russa in Ucraina”, ha detto il senatore dem, Andrea Marcucci. “Credo che il gruppo 5Stelle debba fare una riflessione, anche in virtù della posizione netta espressa dal ministro Luigi Di Maio e dalla capogruppo Mariolina Castellone”.
L’amico della Cina guida la fronda anti-Ucraina
Una bella spina nel fianco per il premier Draghi e per la maggioranza. Che riesce a spaccarsi perfino di fronte alla guerra in Ucraina. Del resto, la vicinanza di Petrocelli alla Russia di Putin non è un mistero. Lo dimostrano i tanti viaggi del senatore verso la Federazione e i frequenti pranzi con Razov, l’ambasciatore russo a Roma. Il presidente della commissione Esteri, grande estimatore della dittatura di Pechino, non ha mai fatto mistero nemmeno della sua simpatia verso i Paesi non allineati come Cina e Venezuela. Di fronte alla fronda grillina Conte aveva ha preferito il silenzio. Per evitare lo strappo di Petrocelli e di altri esponenti 5Stelle era stata ventilata l’ipotesi di votare la risoluzione per parti separate.