Tv, a Roma si gira “Circeo”: la fiction sul massacro che sconvolse l’Italia negli anni ’70
La tv a ritroso nel tempo torna su una della pagine più sconvolgenti della nostra storia recente: il massacro del Circeo. Dopo il film La scuola cattolica di Stefano Mordini, a raccontare la cronaca di quel terribile fatto di cronaca che sconvolse l’Italia a metà degli anni ’70. E a ripercorre tutte le fasi del processo, analizzando quanto abbia cambiato radicalmente la società italiana dell’epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle donne, ora sarà una fiction. Circeo, appunto, la nuova serie prodotta da Cattleya con Vis, in collaborazione con Rai Fiction e Paramount+Italia. Le cui riprese sono attualmente in corso.
Arriva in tv la serie sul massacro del “Circeo”: riprese in corso a Roma
Partendo dal terribile caso di cronaca del 1975, la fiction ripercorre tutte le fasi del processo ai tre assassini, raccontando quanto abbia influito sulla società italiana di quegli anni, scioccata da quanto accaduto alle due ragazze romane. La serie, composta da 6 episodi da 50 minuti ciascuno, è scritta da Flaminia Gressi, Viola Rispoli e Lisa Nur Sultan, e diretta da Andrea Molaioli (nel suo curriculum Suburra, Bella da morire, Fedeltà). La produzione, che si svolge a Roma e dintorni, sta per essere completata.
La fiction sul massacro che sconvolse l’Italia negli anni ’70
Il Circeo è il promontorio dove i romani benestanti hanno la casa al mare. Località di villeggiatura frequentata soprattutto dalla borghesia capitolina. È il 29 settembre del 1975. Tre ventenni gentili della Roma bene invitano in una di quelle ville Rosaria (Adalgisa Manfrida) e Donatella (Ambrosia Caldarelli), due ragazze di periferia. «C’è una festa da un amico al mare, venite?» chiedono i tre ragazzi, mentre galanti aprono la portiera dell’auto. Ma non c’è nessuna festa, nessun amico. Ci sono, invece, due giorni di violenze e torture. La mattina del 1° ottobre, i giornali, le televisioni, le radio aprono tutti con la stessa notizia: in un bagagliaio di un’auto in viale Pola a Roma sono state trovate due ragazze. Abbracciate. Nude. Avvolte nelle coperte. Con la faccia coperta di sangue e la testa spaccata. Una è morta. L’altra è viva. Donatella.
Il racconto delle tappe del processo su un caso che cambiò la società italiana di quegli anni
“Il massacro del Circeo” scuote l’Italia. Tutti i giornali nazionali raccontano e aggiornano quotidianamente il processo che ne segue. Donne da ogni angolo del Paese si presentano al tribunale di Latina per sostenere Donatella e assicurarsi che gli assassini siano condannati all’ergastolo. Quello che però la ragazza ancora non sa, è che d’ora in poi non potrà mai più essere semplicemente “Donatella”, ma sempre e solo «la sopravvissuta del Circeo». Da quel momento, infatti, Donatella diventerà un simbolo del movimento femminista. Perché in gioco non c’è solo il suo desiderio di farla pagare ai suoi aguzzini, agli assassini di Rosaria. Ci sono anche i diritti di tutte le donne. La posta in gioco è alta: cambiare la mentalità di un Paese in cui lo stupro non è considerato un crimine contro la persona, ma un’offesa alla pubblica morale.
Le donne al centro della fiction e della storia
A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi (personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano), la giovane e ambiziosa avvocatessa che lavora prima per Fausto Tarsitano (personaggio realmente esistito interpretato da Enrico Ianniello), noto avvocato comunista. E poi per Tina Lagostena Bassi (interpretata da Pia Lanciotti), una legale ribattezzata l’”avvocato delle donne”, impegnata in prima fila per la riforma della legge sulla violenza sessuale. Nella fiction Teresa è una idealista e appassionata, una donna con forte sete di giustizia che, come una sorella maggiore, imparerà a prendersi cura di Donatella. Rassicurandola e dimostrandole, passo dopo passo, che quel processo lo può vincere. E che la legge si può cambiare. A ogni costo. In questo lungo viaggio verso la giustizia, le due ragazze impareranno molto l’una dall’altra. In una ricerca costante della propria identità. E del proprio ruolo nel mondo.