Ucraina, alt a eventi sportivi internazionali in Russia e Bielorussia: la richiesta di 37 Paesi
Trentasette Paesi, tra cui l’Italia, hanno detto in una dichiarazione congiunta che la Russia e la Bielorussia «non devono essere autorizzate, né potersi candidare a ospitare eventi sportivi internazionali» in seguito all’aggressione militare dell’Ucraina. Nella dichiarazione si condanna la «guerra non provocata e ingiustificata della Russia contro l’Ucraina, consentita dal governo bielorusso» definita una «ripugnante e flagrante violazione dei suoi obblighi internazionali. Il rispetto dei diritti umani e le relazioni pacifiche tra le nazioni costituiscono le fondamenta dello sport internazionale».
Ucraina, dichiarazione congiunta di 37 Paesi
La dichiarazione congiunta, che è stata “concordata dai ministri dello sport”, afferma inoltre che «i singoli atleti selezionati dalla Russia e dalla Bielorussia, amministratori e squadre che rappresentano lo stato russo o bielorusso dovrebbero essere banditi dalle competizioni in altri Paesi, compresi quelli che rappresentano enti, città o marchi che rappresentano la Russia o la Bielorussia». Vengono citate ad esempio le «principali squadre di calcio». Inoltre, aggiunge, «ove possibile, dovrebbero essere intraprese azioni appropriate per limitare la sponsorizzazione e altro sostegno finanziario da parte entità che hanno legami con gli stati russo o bielorusso».
Ucraina, arriva anche la sospensione dall’Ocse
Non solo sport. A seguito delle sue precedenti dichiarazioni e decisioni dal 24 febbraio scorso in risposta all’aggressione su larga scala della Russia contro l’Ucraina il Consiglio dell’Ocse ha deciso di “sospendere immediatamente la partecipazione di Russia e Bielorussia agli organismi dell’Ocse”. Ad annunciarlo è l’organizzazione con sede a Parigi. «Il Consiglio dell’Ocse continuerà a riesaminare la situazione, se del caso. I membri dell’Ocse hanno inoltre incaricato il Segretario generale di elaborare proposte per rafforzare ulteriormente il sostegno al governo democraticamente eletto dell’Ucraina, anche per sostenere la ripresa e la ricostruzione».
Chiude anche McDonald’s
La McDonald’s ha deciso di chiudere temporaneamente tutti i suoi ristoranti in Russia, 850 fast food. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Chris Kempckinski, spiegando che l’azienda «continuerà a pagare i 62mila dipendenti che hanno lavorato con il cuore e con l’anima per il marchio». Kempckinski ha spiegato che «i valori in cui crediamo ci portano a non poter ignorare l’inutile sofferenza umana che si sta verificando in Ucraina». Impossibile, ha aggiunto il Ceo, prevedere quando i ristoranti riapriranno.