Ucraina, centrodestra compatto in aula ad ascoltare Zelensky. Ciriani: «Occasione storica»
Centrodestra a ranghi compatti oggi a Montecitorio in occasione del video-collegamento con Volodymyr Zelensky. Di sicuro, ad ascoltare il presidente ucraino non mancherà nessuno dei parlamentari di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni non ha avuto alcuna esitazione a schierarsi in favore dell’Ucraina aggredita dalla Russia. Una compattezza ben sottolineata dai microfoni di Radio Anch’io da Luca Ciriani, capogruppo di FdI al Senato. «Il nostro gruppo – ha rimarcato – sarà al completo. Il Parlamento è un luogo in cui tutte le posizioni hanno cittadinanza. Chi non c’è perde una occasione storica, ascoltare il presidente di un Paese sotto le bombe. È un gesto di attenzione e solidarietà che non può mancare».
Il gruppo di FdI non farà registrare defezioni
Dopo gli imbarazzi e le reticenze dei giorni immediatamente seguiti all’invasione dell’Ucraina, anche la Lega sembra aver finalmente trovato un proprio assestamento. Ad ascoltare Zelensky ci saranno tutti tranne qualche «posizione isolata» – così le ha definite il capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari in un’intervista alla Stampa – tipo quella del senatore Pillon. «Il fatto che in passato ci siano state delle posizioni che chiedevano di ammorbidire le sanzioni non è uno scandalo, lo diceva anche Confindustria», si è giustificato Molinari illustrando una vecchia battaglia della Lega.
Zelensky non piace a parecchi grillini
Anche Forza Italia, finita anch’essa nel mirino della stampa mainstream per i giudizi più che lusinghieri espressi in passato da Berlusconi su Putin, non dovrebbe far registrare defezioni in aula. Tranne una, quella della ex-grillina Veronica Giannone che ha già fatto sapere che non sarà presente durante l’intervento di Zelensky. La sinistra parlamentare con l’aiuto dei talk show è già pronta a strumentalizzare qualsiasi assenza targata centrodestra. Vedremo se farà altrettanto con quelle che evidenzierà il M5S, il gruppo rivelatosi di gran lunga il più riluttante nei confronti dell’iniziativa pro-Zelensky e anche dei decreti sugli aiuti economici e militari all’Ucraina.