Ucraina, Conte “fa l’americano”: «Noi sempre euro-atlantici. E nessuno può dire il contrario»
Cinquestelle filo-russi? Macché, replica Giuseppe Conte a chi gli rinfaccia la presenza di simpatizzanti pro-Putin all’interno del MoVimento: «Solo un voto contrario». È più complicato del previsto il day after della risoluzione con cui ieri il Parlamento ha all’unanimità conferito pieno mandato a Draghi nelle decisioni da adottare nella guerra tra Russia e Ucraina. Il “no” cui Conte si riferisce è quello di Vito Petrocelli. Non proprio un passante, ma il presidente della commissione Esteri della Camera. Ciò nonostante ,dai microfoni di Rtl 102.5, Giuseppi minimizza: «Negli altri partiti di maggioranza – ricorda – ce ne sono stati di più e anche astensioni». Non dice però che molti dei suoi sono usciti dall’aula per non votare. Una forma di dissenso anche quella.
Conte: «Il M5S non è filo-russo»
Che purtroppo per Conte non è passata inosservata. Da qui la sua replica: «Non mi sono mai sognato di mettere in discussione la nostra collocazione euroatlantica». E la sua rivendicazione: «Nel Conte uno ho sempre partecipato ai Consigli europei dove abbiamo rinnovato le sanzioni alla Russia per l’attuazione degli accordi di Kiev». L’ex-premier la butta sulla tradizionale inclinazione alla mediazione della nostra politica estera. «Insieme alla Germania – ricorda – ho cercato, nell’ambito di un contesto che rispecchia una tradizione politica italiana, di coltivare un dialogo con la Russia, con la quale abbiamo rapporti commerciali, non solo culturali, anche molto intensi nell’ambito dell’Unione europea».
«Ma non abbandoniamo il dialogo»
La ricerca del dialogo, della via politica e del ricorso ad ogni sforzo diplomatico costituiscono ancora oggi, per Conte, «la via maestra». E aggiunge: «Quanto sta accadendo in Ucraina interroga le coscienze perché vengono conculcati i basilari principi democratici». La sua condanna dell’aggressione russa è, tiene a precisare, netta. Ma, sottolinea, «per questa ragione, non a cuor leggero, siamo orientati a una risposta unanime e univoca anche sul piano del sostegno dell’equipaggiamento militare, senza però che questo significhi l’abbandono di quella che è la via maestra».