Ucraina, la Corte dell’Aja: iniziata la raccolta di prove di eventuali crimini di guerra
La squadra investigativa inviata dal procuratore della Corte dell’Aja a far luce sulla situazione in Ucraina ha già iniziato l’attività di raccolta delle prove di eventuali crimini. Ad annunciarlo è stato lo stesso procuratore, Karim A.A. Khan. «Sto anche cercando personalmente di impegnarmi con tutte le parti interessate e le parti in conflitto con l’obiettivo di rafforzare i canali per la raccolta di informazioni pertinenti e promuovere un’azione coordinata verso il nostro obiettivo comune di garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere dei crimini che rientrano nella giurisdizione della Corte».
Il procuratore della Corte dell’Aja: «Non possono esserci spettatori»
«Le indagini penali internazionali – aggiunge – richiedono il coinvolgimento di tutti coloro che possono detenere informazioni rilevanti per il nostro lavoro. In particolare, i testimoni, i sopravvissuti e le comunità colpite devono avere il potere di contribuire attivamente alle nostre indagini. Non possono esserci spettatori nel nostro sforzo per stabilire la verità e perseguire i presunti responsabili di crimini internazionali. Posso quindi annunciare oggi che il mio Ufficio ha istituito un portale dedicato attraverso il quale qualsiasi persona in grado di detenere informazioni rilevanti per la situazione in Ucraina può contattare i nostri investigatori. Incoraggio tutti coloro che hanno informazioni rilevanti a farsi avanti e contattare il nostro team attraverso questa piattaforma», si legge nella dichiarazione divulgata dal sito della Corte.
I Paesi che hanno sollecitato la Corte dell’Aja
Sono ormai oltre 40 i paesi che hanno sollecitato la Corte dell’Aja ad occuparsi della situazione in Ucraina, dopo l’interessamento di Giappone e Macedonia, che si sono uniti agli altri in una richiesta globale “senza precedenti”, afferma ancora il procuratore che conclude con un avvertimento.
«L’attacco a strutture civile è un reato»
«Gli eventi di questi giorni mi spingono a sottolineare ancora una volta che tutti coloro che sono coinvolti in questo conflitto devono attenersi rigorosamente alle norme applicabili del diritto internazionale umanitario. Noto, in particolare, che se gli attacchi sono diretti intenzionalmente contro la popolazione civile, è un reato. Se gli attacchi sono diretti intenzionalmente contro strutture civili, è un reato. Esorto vivamente le parti in conflitto a evitare l’uso di armi esplosive pesanti nelle aree popolate. Non ci sono giustificazioni legali, scuse per attacchi indiscriminati o sproporzionati nei loro effetti sulla popolazione civile».
Le forze ucraine: 328 missili sulla popolazione civile
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina «le forze russe hanno sparato 328 missili marittimi e terrestri su centri abitati pacifici dell’Ucraina». A sostenerlo è il comandante in Capo delle Forze Armate dell’Ucraina, Valeriy Zaluzhny in un post su Facebook citato da Ukrainska Pravda. «Questo sanguinoso crimine del regime di Putin è una flagrante violazione del diritto internazionale umanitario e richiede un’indagine da parte del Tribunale penale internazionale dell’Aja», sottolinea Zaluzhny.