Ucraina, per l’Anpi la pace è solo di sinistra. «Noi partigiani mai in corteo con Salvini»
Partigiani o pensionati non importa. Quel che è certo è che i signori dell’Anpi restano trinariciuti della peggiore specie. Per loro, la fazione è tutto. E viene prima di tutto, persino della pace. Cosicché se Matteo Salvini propone una marcia per il “cessate il fuoco” in Ucraina, guidata dal Papa, il presidente dei partigiani nato dopo la Resistenza, Gianfranco Pagliarulo classe 1949, mette subito le cose in chiaro; in quell’immaginario corteo non sfilerebbe mai. Non per il Papa (ci mancherebbe!), ma per incompatibilità con il capo della Lega. Marciare con lui? «Credo che non accadrà mai – risponde Pagliarulo -. Siamo troppo diversi».
Così Pagliarulo, presidente Anpi
Incredibile, no? Eppure niente rispetto a quel che il simil-partigiano pensionato dirà dopo. Ascoltate: «E poi lui ha i suoi scheletri nell’armadio. È l’amico di Savoini, aveva rapporti stretti con circoli vicini a Putin… troppe contraddizioni». Quando si dice lo sprezzo del ridicolo. Già, perché quanto a contraddizioni lui niente, vero? E di scheletri, poi, manco a parlarne. Se la memoria non ci inganna, quelli stipati nell’armadio dell’Anpi non si contano addirittura. Soprattutto se made in Russia, anzi in Urss. È il vecchio vizio della memoria selettiva dei compagni, che è poi la causa del loro innato doppiopesismo.
Salvini vuole organizzare una marcia guidata dal Papa
In un passato neanche tanto lontano, i comunisti italiani da Mosca hanno accettato tutto: politica, ordini e rubli. Persino la momentanea alleanza con Hitler in danno della Polonia. Erano sempre lì a dire signorsì ad ogni sospiro del Cremlino e ora si permettono di sbirciare negli armadi altrui. Stia perciò in guardia Salvini: la dichiarazione del presidente Anpi non è «sciocca» – come lui l’ha definita -, è faziosa. E nessuno lo ha «frainteso», come pure aveva auspicato. Pagliarulo è un comunista che continua a fare il comunista, seppur extra time. È nella sua più intima natura, sia egli un pensionato smemorato o un partigiano postumo.