Via al processo per il capitano di fregata Walter Biot, passò documenti ai russi: rischia l’ergastolo
È iniziato questa mattina, davanti al Tribunale militare di Roma, il processo per Walter Biot, il capitano di fregata italiano arrestato dai carabinieri del Ros un anno fa con l’accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo, Dmitri Ostroukhov, in cambio di cinquemila euro.
L’udienza militare precede di alcuni giorni quella fissata, per il prossimo 30 marzo, a un anno esatto dall’arresto, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale ordinario.
Nei confronti del capitano di fregata, infatti, procede anche la Procura di Roma che, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione.
La Procura militare, guidata da Antonio Sabino, contesta a Biot le accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete né riservate.
Una sfilza di accuse che, secondo il codice penale militare di pace, prevedono l’ergastolo.
Biot, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, presenzia in aula il processo in completo verde e cravatta azzurra. Ad assistere all’udienza anche alcuni familiari dell’ufficiale di Marina.
Nel procedimento hanno chiesto di costituirsi parte civile la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministro della Difesa e il partito per la tutela dei diritti dei militari. Solo per quest’ultima parte la difesa di Biot ne ha chiesto l’esclusione.