Via il Green pass, Vissani: “Non lo tolgono per noi, ma per accogliere milioni di profughi No vax”
“Tolgono il green pass? Lo fanno per mettersi al riparo di fronte alla contraddizione di accogliere in Italia milioni di profughi dall’Ucraina che non sono vaccinati”: Lo dice all’Adnkronos Gianfranco Vissani, commentando la notizia del nuovo decreto grazie al quale dall’1 aprile non sarà più necessaria la certificazione verde per accedere agli spazi all’esterno dei ristoranti e dal 1 maggio non sarà richiesta neanche per i locali all’interno. “Si stanno adeguando – spiega lo chef di ‘Casa Vissani’ di Baschi – a ricevere chi fugge da una guerra orribileche per ora in Italia, stando a come stanno andando le cose, ha come conseguenza immediata, con questo decreto, la vittoria dei no vax”.
Vissani: “Non solo green pass, ristori mai ricevuti”
Secondo Vissani, la cancellazione graduale del green pass non significa ritorno alla normalità. Ecco perché, dopo due anni di Covid, restano i problemi di sempre. “Ristori mai ottenuti o insignificanti, a fronte dell’Iva che resta al 22 per cento, dell’aumento del prezzo dei carburanti contro il quale nessuno ha protestato. Senza contare quello del gas e della luce. Continuano a chiedere di pagare – aggiunge – e intanto l’eolico non possiamo metterlo perché danneggia il paesaggio, il nucleare è rischioso, il gas della Sicilia non possiamo prenderlo, i pozzi di petroli nell’Adriatico potrebbero inquinare. E allora siamo costretti a importare energia dall’estero… con le centrali atomiche al confine”.
“Da parte mia ho deciso”, conclude fra il serio e il faceto lo chef. “Per far fronte a bollette che ho visto quadruplicarsi, mi produrrò il biogas con la popò dei cinghiali. Ne passano a centinaia, la mattina, di fronte al mio ristorante…”.
Fipe Confcomercio: “Ingiustificata la proroga per ristoranti e bar”
Ancora più dura la posizione della Fipe-Confcommercio. “L’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione. Oltre il 40% dei turisti alloggia in strutture ricettive extra alberghiere e bar e ristoranti sono servizi essenziali del soggiorno”. Inoltre, viene ricordato “il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l’accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d’emergenza. Imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l’avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione. Ogni giorno – dice ancora Fipe – l’obbligo impone di dedicare almeno una persona a questo compito a fronte di un numero minoritario di ‘no vax’ che ha già deciso, a prescindere, di non vaccinarsi”.
“In altri termini un costo inutile in un periodo fortemente critico. Siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure introdotte, Green Pass incluso, ma oggi – si legge ancora nella nota dell’associazione – resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti.