Will Smith all’Oscar, dopo lo schiaffo le lacrime. Ma l’Academy non perdona: ecco cosa rischia (video)
«L’Academy non condona la violenza di qualsiasi forma. Questa sera siamo lieti di celebrare la nostra 94ª edizione dei premi Oscar, che meritano questo momento di riconoscimento da parte di colleghi e amanti del cinema di tutto il mondo». Il regolamento della massima istituzione cinematografica lo mette nero su bianco. E lo rilancia in un tweet gettonatissimo in queste ore. Un monito che Will Smith ha disatteso con lo schiaffo stampato sul viso al presentatore della cerimonia degli Oscar, Chris Rock per una battuta infelice indirizzata alla moglie dell’attore. Che, proprio poco dopo l’aggressione inferta in diretta tv, è salito sullo stesso palco per ritirare la statuetta. L’ambito premio che lo ha incoronato miglior attore protagonista di questa edizione degli Oscar per King Richard–Una famiglia vincente.
Will Smith, dopo lo schiaffo al conduttore rischia una “punizione esemplare”
E poco importa, a questo punto, che il presentatore schiaffeggiato sia sia rifiutato di sporgere denuncia alla polizia nei confronti dell’attore che sul palco del Dolby Theater di Los Angeles lo ha “punito” per l’affronto “battutaro” riservato alla moglie (o meglio, sui suoi capelli rasati per via di una forma di alopecia). I problemi per il vincitore, infatti, potrebbero non arrivare per via penale, attraverso la polizia di Los Angeles, bensì per via procedurale dalla Academy stessa. O meglio dal codice etico e deontologico: un protocollo che disciplina severamente ordinamento e applicazione dei precetti di attribuzione delle candidature e consegna del riconoscimento. Non a caso, allora, proprio in queste ore, si rincorrono alacremente voci di un provvedimento esemplare imminente per l’attore afro-americano appena insignito dell’Oscar.
Il regolamento dell’Academy Awards in vigore parla chiaro
Quello in vigore presso l’Academy è un vero e proprio codice etico, con tanto di regolamento, adottato dal 2017 dopo gli scandali sessuali che hanno travolto Hollywood e il cinema a stelle e strisce. Un mondo di celebrità e maestranze, burocrati e artigiani, colpito nel cuore dei suoi meccanismi produttivi. Distrutto nella sua valenza di fabbrica del sogno: un’iconografia fatta a pezzi dalle “gesta predatorie” del produttore hollywoodiano Harvey Weinstein. E un precedente che ha scatenato la guerra del MeToo, innescato la miccia che ha fatto deflagrare sui set controllori, supervisori e consulenti, chiamati a evitare – o eventualmente stanare – chi trasgredisce le più basilari norme comportamentali.
«L’Academy non tollera la violenza in qualsiasi forma»
E allora, tra codice etico universalmente valido e norme previste dal regolamento dell’Academy, cosa rischia Will Smith? Una punizione esemplare e al momento senza precedenti: la riconsegna del premio Oscar appena assegnato per il film Coda. «L’Academy non tollera la violenza in qualsiasi forma», recita il suo decalogo ed rilancia il messaggio diffuso in queste ore sul profilo Twitter dell’Academy Awards. A cui, per inciso, Will Smith ha già inoltrato le proprie scuse, augurandosi di potere essere ancora invitato alla corte dei Mida del cinema e alla notte delle sue stelle.
La pena più umiliante: Will Smith rischia di dover restituire l’Oscar
Di più. In base ai rumors in circolazione, come detto, la punizione per il protagonista del film di Gabriele Muccino, Alla ricerca della felicità, rischia di essere ancora più mortificante: la restituzione del premio. Eppure il collega e amico Denzel Washington lo aveva messo in guardia. E lo stesso Smith lo cita nel video di ringraziamento e scuse che linkiamo in fondo alla pagina: «Nel tuo momento più alto fai attenzione, è allora che il diavolo arriva». E anche se nel suo caso, stavolta, non vestiva Prada, ma un altro brand di moda, il diavolo è arrivato: puntuale e fuori luogo.
Sotto, il video del discorso di ringraziamento e di scuse di Will Smith dopo la premiazione