A Milano la destra apre un nuovo capitolo della sua storia: la sfida di Fratelli d’Italia
Gentile Direttore,
In questi giorni la destra italiana si sta ritrovando a Milano, con l’obiettivo di aprire un nuovo capitolo della sua storia politica e umana. Lo fa lanciando un progetto molto ambizioso e dal respiro europeo: costruire un grande partito conservatore, con la missione di offrire all’Italia un bipolarismo permanente ed all’Europa un’alternativa al consociativismo burocratico tra socialisti e popolari.
A Giorgia Meloni e alla classe dirigente diffusa di Fratelli d’Italia il compito di tracciare orizzonti e confini di quello che di fatto già è un nuovo soggetto politico, che si candida a governare la nazione e riformare la Costituzione. Un soggetto che non nasce nei laboratori degli alchimisti ma dalla necessità di dare agli italiani una democrazia compiuta, ossia un sistema capace di garantire efficienza decisionale e rappresentatività popolare. Né fusioni né scissioni, né cambi di nome né spogliarelli di simboli, ma un percorso che guardi ad unire la tradizione conservatrice occidentale con l’unicità sociale che dal secondo dopoguerra ha caratterizzato la destra italiana, differenziandola, a parere mio in meglio, da tutte le altre destre europee.
Dal sovranismo al conservatorismo: è questa la sfida che Fratelli d’Italia ha davanti a sé. Una sfida che non potrà che partire da un sempre maggiore rafforzamento dell’ECR, attorno al quale stringere un sistema di rapporti e alleanze sempre più forti e credibili fuori dai confini nazionali, non per cercare legittimazioni, ma per condividere un idem sentire con tutte quelle forze che intendano interpretare una certa idea di essere conservatori nei valori e riformatori nelle pratiche. E’ questo che è sempre mancato alla destra italiana, anche quando era al governo: una proiezione internazionale che le permettesse di essere, politicamente prima che matematicamente, egemone.
Una sfida che porterà inevitabilmente alla ridefinizione del centrodestra italiano, perché a tutti è chiaro che non sarà con la tattica che si riuscirà a tenere assieme chi assieme non vuole stare più, se non quando le circostanze, e le convenienze, lo costringono a fare.
Ci vorrà coraggio, lo stesso, se non di più, che i fondatori di Fratelli d’Italia hanno avuto nel far vincere alla destra la battaglia per la sopravvivenza, dopo le stagioni degli scioglimenti e del frazionismo. Coraggio senza il quale oggi, anche tanti di coloro che come me in quelle stagioni si persero, non potrebbero tornare a credere e sperare in tutto ciò che li aveva fatti appassionare. Coraggio che occorrerà nel chiamare a se chi nella destra non ha mai militato, ma si continua ostinatamente a sentire alternativo alla sinistra, in nome di una certa idea dell’Italia.