Addio allo scrittore Valerio Evangelisti: l’autore della saga di Eymerich era il re del fantasy italiano
«La denuncia sociale può essere veicolata da qualsiasi cosa, fantastico incluso. Si può parlare di pirati, di inquisitori e di magia alludendo al presente, per chi sappia cogliere i riferimenti». Parlava così Valerio Evangelisti, morto ieri a 69 anni, spiegando la sua collocazione di scrittore di genere, ma allo stesso tempo profondamente politico.
Ieri l’Italia ha perso uno dei suoi scrittori più famosi a livello internazionale. Sicuramente uno dei più venduti: autore di best seller di fantascienza, fantasy e horror, è morto ieri a Bologna all’età di 69 anni, per una malattia sulla quale aveva scritto anche un romanzo.
«Io non ho la popolarità di un Umberto Eco o di un Alessandro Baricco – raccontava lo scrittore bolognese – Nemmeno di un Valerio Massimo Manfredi o di un Giorgio Faletti. Ho un mio ambito di lettori che mi segue con fedeltà. Tanti altri mi ignorano completamente. La posizione in penombra che detengo mi soddisfa e non pretendo nulla di più».
A dare notizia della sua morte, ieri sera sui social è stato un post sulla pagine di Potere al Popolo, formazione per la quale era stato candidato al consiglio comunale bolognese alle ultime elezioni. Noto per il ciclo di romanzi dell’inquisitore Nicolas Eymerich e per la trilogia di Nostradamus. Laureato in scienze politiche, indirizzo storico-politico, Evangelisti aveva intrapreso una carriera accademica interrotta verso il 1990, alternata all’attività di funzionario del Ministero delle finanze. Dopo avere scritto numerosi saggi, si era dedicato interamente alla narrativa. Nel 1994 è uscito il suo primo romanzo, ‘Nicolas Eymerich, inquisitore’, che ha vinto il Premio Urania. Sono seguiti seguiti altri numerosi romanzi, tradotti in più di dieci lingue, che sono valsi all’autore, nel 1998, il Grand Prix de l’Imaginaire e, nel 1999, il Prix Tour Eiffel: i premi più prestigiosi riservati in Francia alla letteratura fantastica e di fantascienza.