Anpi, la vicepresidente Soliani sferza Pagliarulo: «Correggiamo la rotta, così si tradisce il 25 aprile»
«L’Anpi sta dalla parte dei resistenti». Lo dice Albertina Soliani, vicepresidente dei partigiani e presidente dell’Istituto Cervi in un’intervista a La Repubblica. Ha una preoccupazione, si legge sul quotidiano, che le polemiche sui post filo russi del presidente Gianfranco Pagliarulo e gli scontri sulla guerra della Russia all’Ucraina, oscurino «il patrimonio unico che è in Italia la grande eredità della Resistenza e della Liberazione, della fine del nazifascismo, della Repubblica e della Costituzione: così si tradisce il 25 aprile ».
Parla la vicepresidente dell’Anpi
L’ex sottosegretaria nel governo Prodi, sull’invio delle armi a Kiev afferma: «Il dilemma di fornire armi attraversa la nostra coscienza, ma io ritengo che una difesa armata misurata sia moralmente accettabile». Soliani poi dice chiaramente: «Sono una dei vice, voluta da Pagliarulo. Ma non condivido le sue prese di posizione sulla guerra della Russia all’Ucraina. Ritengo che l’Anpi dovrebbe riconoscere decisamente la resistenza del popolo ucraino, così come del popolo del Myanmar e come abbiamo fatto in passato ad esempio, con la resistenza vietnamita».
«Ci vuole una scelta di responsabilità»
Ci vuole un ripensamento della linea dell’Anpi? «Sì. Ci vuole una riflessione più profonda e una scelta degli obiettivi principali che sono: sostegno alla resistenza dei popoli, difesa dei valori della democrazia, costruzione dei processi globali di pace e di convivenza pacifica. Ci vuole una scelta di responsabilità in questo momento storico, che passa attraverso l’Unione europea e quindi la politica estera comune e la difesa comune. Queste sono le cose che dovrebbe dire l’Anpi oggi, in coerenza con la sua storia e con il patrimonio che rappresenta».
«Occorre una correzione di rotta»
Repubblica chiede: “Ma la situazione che si è venuta a creare, ora per di più con la diffusione dei post filo russi del presidente Pagliarulo all’epoca dell’invasione della Crimea, mette l’Anpi in un angolo?”. «Tutto quello che può depotenziare – risponde – i valori fondativi della nostra storia democratica e della stessa Anpi vanno messi da parte». Cosa fare? «Occorre una correzione di rotta. È indispensabile – conclude – nella difficile navigazione».