Anpi, Vauro difende la linea anti-Nato: “Mai visto partigiani combattere per i nazisti, gli ucraini si arrangino”
Non c’è pace per l’Anpi. A quattro giorni dal 25 aprile polemiche e fronde interne minano il terreno su cui poggia il “rito” partigiano della Liberazione. Recriminazioni e proteste scatenate dalle posizioni assunte dall’Associazione che rifiuta la presenza delle bandiere della Nato nelle sfilate del 25 aprile e che si è detta contraria all’invio delle armi all’Ucraina. Aprendo la strada a accuse e recriminazioni intestine che sembrano non accennare ad attenuare la portata divisiva di una lotta intestina, di cui neppure gli ex partigiani – ma a quanto pare neanche i loro epigoni – riescono a venire a capo. Con le ultime micce innescate ieri da Albertina Soliani, vicepresidente dei partigiani e presidente dell’Istituto Cervi, che sferza l’Anpi affinché corregga la rotta. E oggi dall’immancabile Vauro Senesi, che nel parlare di polemiche strumentali e vergognose, non fa che buttare altra carne sul fuoco. E rinvigorire la fiamma della diatriba.
Anpi nelle peste, e Vauro non aiuta…
Così, proprio mentre la Soliani palesa dalla colonne di Repubblica la sua preoccupazione che «le polemiche sui post filo russi del presidente Gianfranco Pagliarulo e gli scontri sulla guerra della Russia all’Ucraina, oscurino “il patrimonio unico che è in Italia la grande eredità della Resistenza e della Liberazione”, parlando finanche di “tradimento” del 25 aprile, il vignettista dal dente avvelenato replica ad alzo zero. E contraddicendo alle istanze della vicepresidente dei partigiani sentenzia: «Le polemiche sull’Anpi sono strumentali e vergognose. La Nato quando c’è stata la Resistenza non esisteva. Quindi non si capisce perché l’Anpi dovrebbe sfilare con la bandiera della Nato». Insomma, la ricerca di un equilibrio difficile da raggiungere passa anche da questo contraddittorio a distanza, emblema di una spaccatura che difficilmente potrà risanarsi in tempi brevi. Un disequilibrio interno che, di sicuro, le puntuali randellate di Vauro dispensate nel mucchio non contribuiscono a stabilizzare.
Il vignettista spara bordate contro la Nato e l’Ucraina
Così, il vignettista Vauro Senesi, prova a inanellare le sue argomentazioni sulle polemiche nate dalle posizioni assunte dall’Anpi parlando con l’Adnkronos. E rinfocolando i motivi del contendere. Rincorre, con il furore enfatico che lo contraddistingue, la retorica pacifista: «L’articolo 11 della Costituzione è stato scritto da chi la guerra l’ha dovuta combattere nella speranza che quella fosse l’ultima delle guerre». Poi, dopo la solita scivolata sull’«eroismo della guerra partigiana», destina in esclusiva – e non si capisce perché – i «valori della Resistenza» a tutti tranne che all’Ucraina.
Vauro provocatorio, ma neanche troppo: battaglione Azov, Battaglione Aidar e quello Dnipro-1 e Dnipro-2 si arrangino…
«Vogliamo dire che gli Ucraini sono come i partigiani e fare la terza guerra mondiale? Spero di no! L’Ucraina ha un esercito regolare. Finanziato dagli americani e dagli inglesi dal 2014. E quindi non capisco cosa c’entra con la resistenza partigiana». Si arrangino insomma. D’altro canto – dice Vauro provocatoriamente, ma neanche troppo – «non ho mai visto i partigiani combattere al fianco di chi aveva lo stemma della SS sull’uniforme. Io non credo che esistano nazisti buoni, sono rimasto un po’ all’antica. Parlo del battaglione Azov, del battaglione Aidar e di quello Dnipro-1 e Dnipro-2. Non dico che l’Ucraina sia nazista. Ma che ci sia una discreta tolleranza verso il nazismo sì».