Antifa da barzelletta: il “pericolo nero” immaginato da Berizzi in due manifesti un po’ strappati…
Da “Fascisti su Marte“, esilarante film di Corrado Guzzanti sulla colonizzazione del Pianeta Rosso da parte delle truppe littorie, a fascisti nelle Marche. Ne vede sfilare a bizzeffe in quel di Ascoli Paolo Berizzi, giornalista, scrittore e soprattutto sentinella antifa h 24. Annusare i covi dei neri è per l’inviato di Repubblica pane quotidiano. Ne ha scovati talmente tanti da finire sotto scorta causa minacce di morte ricevute dai nemici in orbace. La qual cosa impone di trattare la vicenda che ci accingiamo a raccontare con la stessa accortezza che si usa nel trasportare nitroglicerina. Questi i fatti: Berizzi presenterà oggi ad Ascoli “È gradita la Camicia Nera“, libro-inchiesta su Verona, descritta nel sottotitolo come “la città laboratorio dell’estrema destra tra l’Italia e l’Europa“.
È accaduto ad Ascoli dove Berizzi presenterà un suo libro
Confessiamo di non averlo letto, ma intuiamo che contenga roba già raccontata milioni di volte da quando l’antifascismo è religione ufficiale, cioè dall’inizio della Repubblica, quella nata dal referendum del 1946 e non quella fondata da Eugenio Scalfari trent’anni dopo. Berizzi è invece convinto che l’antifascismo l’abbia inventato lui e che per questo i camerati di Ascoli vogliano fargliela pagare cara e amara. Se ne è convinto ancor di più dopo aver visto la foto di due manifesti (parzialmente) strappati che annunciavano la presentazione del suo libro. Che dire? Uno non angosciato da un’esistenza sotto scorta non se la prenderebbe più di tanto: di manifesti lacerati ne vediamo tanti. A volte è opera di ragazzi. Ma alle bravate adolescenziali Berizzi non crede e non cede. Il suo fiuto sopraffino ha già annusato una trama (nera) che conduce – udite udite! – fino a Giorgia Meloni.
Siamo ormai alle farneticazioni
«La Ascoli nera – scrive infatti in un tweet – non si smentisce (…). Nella provincia dove FdI ha commemorato la marcia su Roma, non sorprende». Quanto a concatenazione sillogistica, Aristotele a Berizzi gli fa davvero un baffo. Ne consegue, infatti, che non avrebbe vergato analogo tweet se mano altrettanto ignota avesse strappato lo stesso manifesto a Vibo Valentia o ad Avellino. Cosicché, da incombente e costante, il pericolo fascista si fa a pois e intermittente. Tesi innovativa, anzi rivoluzionaria che trasforma Ascoli nella capitale dell’Internazionale nera, centro di irradiazione del neofascismo globale. Roba da far rosicare persino Marine Le Pen. Del resto, «certo, Parigi non è Ascoli» lo disse già 40 anni fa Diego Abatantuono in versione Tirzan, il supertifoso juventino della trilogia bianco-rosso-nera del primo Eccezzziunale veramente. Perciò poi non dite che nessuno l’aveva lanciato, l’allarme.