Apocalisse a Bucha, esecuzioni e stupri. Kiev: è genocidio. Mosca urla al complotto: scempio sull’orrore (video)

4 Apr 2022 10:39 - di Chiara Volpi
Bucha

Bucha, un massacro che molti hanno già definito «la nuova Srebrenica del 21° secolo». Quelle immagini crude di decine e decine di cadaveri accatastati nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina dopo il ritiro russo, scioccano il mondo. E animano un contenzioso dell’orrore che, come questa guerra, aumenta la distanza – se possibile – tra Russia e occidente. In un drammatico rimpallo di responsabilità tra Kiev e Mosca che contribuisce ad elevare all’ennesima potenza la portata dell’orrore. Le immagini dei civili uccisi a Bucha sono state «ordinate» dagli Stati Uniti e dalla Nato per incolpare la Russia: è la tesi della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, intervistata dalla tv di Stato russa. Per Kiev è un genocidio ordinato da Mosca.

Orrore a Bucha, per Kiev è genocidio: le testimonianze smentiscono la propaganda russa

Le immagini satellitari della cittadina ucraina di Bucha mostrano una trincea di circa una quindicina di metri, scavata nel terreno di una chiesa, che indicherebbe la presenza di una fossa comune per centinaia di cadaveri dei civili uccisi. Persino famiglie intere… Immagini agghiaccianti, riporta il Guardian, registrate il 31 marzo dalla società privata Usa Maxar Technologies, specializzata in riprese satellitari. Secondo la società, i primi segnali degli scavi della fossa comune sono stati rilevati il 10 marzo. Un massacro che i russi negano di aver compiuto. Parlando sommariamente di una provocazione degli ucraini per bloccare i negoziati. E portando come “prova” un’analisi pubblicata dal finto sito di fact-checking russo “Guerra ai falsi”, diffusa poi dai canali istituzionali di Mosca come il Ministero della Difesa russo.

Apocalisse a Bucha: esecuzioni sommarie e centinaia di cadaveri nelle fosse comuni

Accuse che Kiev respinge nettamente al mittente, anche attraverso la procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venedyktova. Che in un comunicato fa sapere: «Sono 410 i cadaveri rinvenuti nelle cittadine attorno a Kiev che sono oggetto di un’indagine su possibili crimini di guerra compiuti dalle forze russe». «Quattrocentodieci corpi di civili uccisi sono stati raccolti nel territorio della regione di Kiev. E 140 sono già stati esaminati dai procuratori e da altri specialisti», si afferma peraltro nella nota in risposta a chi, in questa tragedia, ha azzardato addirittura vergognose ipotesi di messinscena. Come l’ultima legata a un video diffuso dal ministero della Difesa dell’Ucraina che ritrae corpi di civili uccisi per le strade di Bucha e che qualcuno commenta scrivendo: «Il morto si muove. Il video è un fake». E orrore si aggiunge a orrore, scempio alla vergogna.

Il video e la teoria del complotto russo del “braccio che si muove”

Sui social le immagini vengono addirittura contestate da chi, in quelle terribili sequenze, scorge il presunto movimento di un cadavere. C’è chi evidenzia il movimento del braccio da parte della persona che giace a terra. L’analisi del video documenta invece che non c’è nessun movimento: a determinare l’effetto è una goccia di pioggia sul parabrezza del veicolo su cui viaggia chi effettua le riprese». Non solo. Il sindaco di Bucha, la cittadina liberata che si trova a 37 chilometri a nord ovest di Kiev, ha riferito che 300 residenti sono stati uccisi dalle forze russe, mentre i combattenti ceceni avevano il controllo della zona. Al momento, le autorità ucraine hanno potuto fare ingresso solamente domenica a Bucha, Irpin e Hostomel, dopo il ritiro delle forze russe. Dando inizio al triste conteggio delle vittime.

Esecuzioni, stupri e fosse comuni: i racconti dell’orrore dei sopravvissuti

Mentre le notizie di esecuzioni sommarie lasciano gli occidentali inorriditi e che rilanciano l’ipotesi di nuove e più incisive sanzioni anche energetiche contro la Russia di Putin. E contemporaneamente, aumenta il pressing per un’inchiesta indipendente. A Bucha è apocalisse: tra esecuzioni, stupri e fosse comuni, di cui Human Rights Watch ha raccolto le testimonianze dei superstiti. Che risalgono al 4 marzo scorso quando, intorno alle sette del mattino, a Bucha, 30 chilometri a nord-ovest di Kiev, l’orrore ha fatto il suo ingresso sotto le spoglie di soldati russi che passavano in rassegna un intero quartiere. E casa dopo casa costringevano i residenti a uscire dalle loro abitazioni, sotto la minaccia delle granate. Una violenza annunciata da vetri ritti di porte e finestre. E non molto più tardi agita su circa una quarantina di persone lasciate per ore al gelo in piedi, dopo essere state radunate in un piazzale.

Crudeltà e violenze contro civili ucraini

«Erano di fronte a un giovane – racconta l’Ansa riprendendo il racconto di Human Rights Watch – un uomo fatto inginocchiare sul ciglio della strada. Il volto coperto con la sua stessa maglietta. Ucciso con un colpo di pistola alla nuca». La Ong ha raccolto diversi resoconti drammaticamente simili fra loro. «I casi che abbiamo documentato – riporta l’Ansa – “mostrano indicibili deliberate crudeltà e violenze contro civili ucraini”, ha sottolineato Hugh Williamson, direttore di Hrw per Europa e Asia centrale. “Stupro, omicidio e altre violenze, perpetrate su persone in mano alle forze russe, che devono essere oggetto di indagini per crimini di guerra”, ha aggiunto».

La testimonianza dell’inviato della Rai in Ucraina

Non bastasse tutto ciò, su tutte arriva anche la testimonianza di un inviato della Rai, il giornalista Ilario Piagnerelli entrato a Bucha. Da dove, per prima cosa, ha mostrato un’auto schiacciata da un carro armato russo che gli è passato sopra e che aveva al suo interno ancora il corpo del conducente. E ancora: auto civili bruciate, probabilmente mezzi con i quali i cittadini avevano cercato la fuga. La storia di un uomo ucciso mentre era in bicicletta, «con il cranio sfondato dai colpi di proiettile».

Cecchini in azione contro cittadini usciti per trovare cibo e acqua…

Non solo. Il giornalista, collegato con Che tempo che fa, ha anche parlato di cecchini che sparavano contro persone comuni che magari erano uscite per trovare cibo e acqua. Di un civile fermato ad un posto di blocco russo, a cui i militari di Mosca hanno intimato di scendere dall’auto e di sdraiarsi a faccia in giù. Il corpo di quell’uomo, freddato con un colpo in testa, sarebbe stato gettato poco dopo lì vicino, in una discarica. «Questa è Bucha – ha concluso Piagnerelli – dove è dimostrato che crimini di guerra sono stati commessi dai soldati russi. Con le fosse comuni con centinaia di cadaveri». Nessuno mistifichi e oltraggi questa realtà.

 

 

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