Attrazione fatale dei moderati per la Meloni, gli ex Dc: “Salvini fa il bullo e li spaventa”
Una volta si diceva ‘moriremo tutti democristiani’. Ora, invece, sembra che chi ha avuto in passato simpatia per lo Scudo Crociato guardi con interesse alla ‘sovranista’ Giorgia Meloni, diventata, secondo un recente sondaggio di Ipsos e della Fondazione De Gasperi, punto di riferimento dell’elettorato moderato, visto che Fratelli d’Italia risulta il partito preferito da oltre il 13% degli ex elettori Dc. Di fatto, si tratterebbe di un vero e proprio tesoretto, circa 6 milioni di potenziali voti, che potrebbe rappresentare più di un memo per le prossime politiche.
I moderati che premiano nei sondaggi FdI e la Meloni
Molti big della Balena Bianca, interpellati dall’Adnkronos, si interrogano su questa tendenza: da una parte, c’è chi se la prende con Forza Italia, che ha perso il suo appeal, aprendo una voragine al centro; dall’altra, c’è chi dà la colpa alla linea ondivaga, quasi da ”bullo da periferia”, di Matteo Salvini, come fa notare l’ex sottosegretario alla Giustizia ed europarlamentare azzurro, Giuseppe Gargani. C’è chi poi dà una spiegazione storica, legata alla natura stessa degli italiani, e, per usare le parole dell’ex segretario del Ppi, Gerardo Bianco, definisce una sorta di ‘richiamo della foresta’ questo pieno di moderati da parte della Meloni, una volta venuto meno ‘l’effetto frenante’ della Balena Bianca sulla destra nostrana.
Mastella si è pentito: basta rincorrere lo Scudo Crociato
Fa mea culpa, invece, Clemente Mastella (”Finiamola di rincorrere il simbolo Dc come se fosse il Santo Graal solo per recuperare qualche punticino percentuale in più”) che invita tutti a rimboccarsi le mani per costruire una nuova Margherita 4.0, stringendo un patto elettorale in vista del 2023 con chi ci sta, dai renziani ai totiani ai tanti forzisti in libera uscita sempre più scontenti di essere ruota di scorta dei ‘sovranisti’.
Angelo Sanza, il più giovane sottosegretario che abbia mai avuto la Dc, della corrente di sinistra, chiamata ‘la Base’ e guidata da Ciriaco De Mita, ora vicepresidente del ‘Centro democratico’ di Bruno Tabacci, ricorda che ”l’elettorato moderato democristiano, di fronte a questo scenario bipolare, si è sempre diviso come una mela: metà a sinistra e metà a destra’. In particolare, ”quella parte che ha rifiutato di guardare a sinistra durante la Seconda Repubblica ha preferito votare, tra i vari soggetti del centrodestra, Fi e anche l’Udc di Casini. Fatta eccezione per le aree del Nord est, difficilmente questo elettorato Dc ha preso in considerazione il movimento di Salvini”.
Per Sanza, una lunga carriera in Parlamento, sempre a sinistra (dopo lo scioglimento della Dc aderisce al Ppi di Mino Martinazzoli poi alla Cdu di Rocco Buttiglione e all’Udr di Francesco Cossiga, per poi passare con Fi e finire nell’Unione di Centro di Casini e ora al fianco di Tabacci) l’emorragia di consensi democristiano verso Fdi dipende soprattutto dal comportamento ondivago di Salvini, una volta ‘caduta’ Fi: ”Negli ultimi tempi, venendo meno Forza Italia, nel dualismo Salvini-Meloni qualcuno potrebbe preferire la coerenza politica della presidente di Fdi rispetto all’equivoco della linea politica della Lega di oggi”.
Le critiche degli ex Dc a Salvini un po’ “troppo bullo”
Ce l’ha con Salvini anche Giuseppe Gargani, pure lui esponente della ‘sinistra di base’ ‘demitiana’, iscritto alla Dc nel ’56 e deputato dal ’72 al ’94, poi parlamentare Fi ed eurodeputato: ”Se i sondaggi corrispondono al vero l’elettorato democristiano era e resta intelligente: tra Salvini e Meloni esprime un giudizio di merito a favore della presidente di Fdi, che ha una sua dimensione intellettuale e politica, rispetto a un bullo di periferia quale dimostra di essere Salvini….”. Se Fdi fa il pieno di moderati, ‘rubando’ voti alla Lega e a Fi, è il ragionamento degli ex big Dc, tutto dipende dal momento storico, segnato dall’emergenza pandemica e dal conflitto in Ucraina, complice sicuramente il vuoto apertosi in piena Seconda Repubblica al centro e la mancanza di quel bagaglio valoriale che contraddistingueva la Balena Bianca.
“Se tu non hai sul mercato un partito, un soggetto politico, che ti rimpiazzi in maniera esauriente tutto quello che ha rappresentato la Dc -avverte Mastella- ti rifugi nell’astensione o in scelte di questo tipo” che ti portano a votare Fdi. Il “problema -spiega l’ex Guardasigilli- è recuperare un’area centrale che abbia un pò di caratteristiche della Dc, soprattutto sul piano dei valori. Penso a tanti temi, come il Sud e le esigenze del ceto medio, tutti finiti fuori strada al termine dell’esperienza democristiana”. Mastella se la prende con chi ‘usa’ lo Scudo crociato a fini elettorali: ”Lo sbaglio che si fa è quello di rincorrere come una sorta di Santo Graal il simbolo della Dc, solo per avere qualche mezzo punticino percentuale in più”.
Bianco: “La destra è il richiamo della foresta…”
Gerardo Bianco, 91 anni quasi compiuti, uno degli ultimi storici esponenti di spicco della Dc e del popolarismo italiano, offre una fotografia precisa dell’attuale panorama politico nostrano, partendo dal ruolo che ebbe la Balena Bianca: ”La Dc è sempre stata un freno nei confronti della destra, e ha sempre dimostrato di essere molto più avanti del suo elettorato. Quando poi è venuta meno la politica e cultura democristiana, e, soprattutto, sono venuti meno quei valori che hanno ispirato e reso grande e popolare la Balena Bianca, ecco che sono tornate fuori quelle vecchie tendenze, soprattutto anticlericali”, tendenze “riflesse nella profonda psicologia degli italiani…”.
Il pieno di moderati di Fdi, quindi, secondo Bianco, è ”una sorta di richiamo della foresta… E questo -si rammarica- dimostra quanto sia stata sciagurata la decisione di sciogliere il Ppi, la formazione politica che si ispirava alla cultura e alla tradizione politica della Dc e del popolarismo”.
Rotondi e i moderati: elogio della chiarezza della Meloni
Non stupisce Gianfranco Rotondi il travaso di consensi ex Dc verso Fratelli d’Italia: ”Non mi meraviglia il favore dell’elettorato democristiano per la Meloni. Chi segue i giudizi che vado esprimendo negli ultimi tempi, mi può trovare ancora una volta e, come sempre, in sintonia con l’elettorato Dc”. Rotondi, democristiano e poi berlusconiano, ora vicepresidente dei deputati di Fi e leader di ‘Verde è popolare’, non ha dubbi: ”La Meloni parla un linguaggio politico e suscita l’interesse dell’elettorato abituato alle coordinate della grande politica”, ovvero quello che in passato ha avuto simpatia per lo Scudo crociato.
L’ex parlamentare azzurro Guido Crosetto, che di Fdi è stato uno dei fondatori, ha iniziato a muovere i primi passi in politica proprio con la Dc e per questo ci tiene a sottolineare che rispetto agli alleati Lega e Fi è stato premiata la ”coerenza” della Meloni. ”Fi e Lega stanno perdendo appeal”, sottolinea Crosetto che spiega: ”La coerenza e il senso dello Stato pagano sempre. Meloni ha connaturato con la sua esperienza politica un profondo rispetto dello Stato e delle istituzioni”.