Calenda emozionato declama Pericle nell’agorà di Atene. E il web lo massacra: “Sei imbarazzante”
Questa volta se l’è cercata. Di tanti fuor d’opera e provocazione pseudo-politiche la lettura di Pericle nell’agorà di Atene merita la pole position. Parliamo di Carlo Calenda, il pirotecnico leader di Azione, già sfidante di Virginia Raggi al Campidoglio. Lui che, sicuro di arrivare al ballottaggio, ha dovuto cedere il passo a Roberto Gualtieri (e Michetti). Questa volta deve aver deciso di giocare su un altro campo. Quello storico-filosofico. Leggere con voce emozionata ma composta il discorso di Pericle agli ateniesi. In italiano, ça va sans dire.
Calenda legge Pericle a Atene e posta il video su Twitter
Jeans, maglietta bianca, attento alla punteggiatura come uno scolaretto liceale, sotto un timido sole legge il discorso del grande statista ateniese al suo popolo. Vicino a lui una ragazza, (la figlia?), più in basso, a scorrere il video postato su Twitter, una ragazzo con la barba. Sottofondo di bambini che parlano, un vociare di turisti.
La lettura emozionata del leader di Azione
“Qui ad Atene, noi facciamo così…” è il filo conduttore del sermone. E giù istruzioni per l’uso di una sana e corretta democrazia, risalente agli anni d’oro dell’antica Atene. Alla fine un applauso libera il buon Carlo dall’imbarazzo di dover commentare. In effetti Pericle non ha bisogno dell’esegesi postuma. In un tweet che trasuda orgoglio, Calenda scrive soltanto: “L’emozione di leggere il discorso di Pericle agli ateniesi, nell’agorà di Atene. La democrazia non è mai stata spiegata meglio”.
La performance viene inondata di critiche e ironia
Particolarmente soddisfatto della performance, il leader di Azione, sperava in un cinguettìo storico. E viene assalito di critiche e ironie. Imbarazzante è il commento più tenero (17mila visualizzazioni ma i commenti sono tragici). Politici ma anche internauti qualsiasi. Uno, per esempio, ricorda a Calenda come veniva gestita la democrazia nell’Antica Grecia. “Era una Democrazia diretta, del tipo referendaria per intenderci, dove effettivamente il singolo aveva potere grazie al voto su ogni Legge o decisione. Oggi? Un illusione”. “Professione mitomane”, scrive un altro. “Non posso credere che sia Calenda…”. E invece sì, è proprio lui.
Sei “cringe”, imbarazzante, fuori luogo
Tra i commenti ironici si sprecano quelli che ricordano gli errori della ‘casta’ di cui certo Calenda non ha mai fatto ammenda. Salvo fare il Masaniello in campagna elettorale. Molti commenti sono unanimi nel definire il protagonista della pièce ateniese ‘cringe’. Imbarazzante, fuori dai confini, che desta smorfie. Fate voi. Etimologicamente l’aggettivo, molto utilizzato dai giovani, significa qualcosa (o qualcuno) che suscita imbarazzo e al tempo stesso disagio in chi lo osserva.